La premessa
Sul web oramai girano le solite informazioni sul vino: le modifiche climatiche, trovare vitigni resistenti alle malattie, innovare in nuove tecnologie, l’innalzamento dei costi di produzione, prezzi irraggiungibili di parcelle viticole in zona famose, l’espianto definitivo dei vigneti, il crollo delle vendite del vino, nuovi territori per impiantare la vigna… Insomma, informazioni allarmanti e ripetitive. Agli amatori del vino, queste notizie interessano fino a un certo punto. L’importanza rimane assaggiare dei vini di qualità accompagnati dagli amici. Niente di più stimolante che organizzare una cena: cucinare cibi semplici ma gustosi, scegliere le bottiglie da abbinare ai piatti e soprattutto trovare la bottiglia giusta che concluderà la serata. Una cena si costruisce come uno scritto: inizia con la premessa poi si sviluppa un tema in cui varie idee vengono confrontate e si conclude in apoteosi. L’ultima bottiglia sarà la garante del fine pasto, riprenderà le varie sfumature argomentative del discorso enogastronomico per finire su una verità nuova o già conosciuta.
La cena
Volevo iniziare con un segno di benvenuto proponendo l’ Extra brut di MasoMartis Trento Doc Millesimo 2020, 100% pinot nero. Uno spumante piacevole con perlage fine e delicato che esalta profumi di piccoli frutti neri e di brioche. Uno spumante che offre un’ottima armonia tra naso e bocca, tra freschezza e struttura. (Temperatura di servizio 8 gradi).
Successivamente ho servito un Sauvignon Langhe Doc 2022 di Piergiorgio Marengo con degli antipasti freddi piemontesi. Colpisce per i suoi aromi tipici del Sauvignon: pompelmo, pesca bianca, frutti della passione e profumi di erbe aromatiche. Un vino caldo con una bella freschezza. È femminile, seducente e intenso. Servito a temperatura di 10/11 gradi rinfresca il palato e stimola la bevuta.
Come Primo ho voluto sorprendere gli invitati con delle pappardelle cacate (la ricetta originale ragusana è più pesante e in realtà si tratta di lasagne cacate). Un piatto potente e molto gustoso che necessita di un vino alla sua altezza. Ho scelto di abbinarle a un Salento Susumaniello IGT Askos 2019 del produttore Masseria Li Veli. Un vitigno autoctono pugliese antico divinamente elaborato. La sua palette olfattiva spazia dai piccoli frutti rossi, erbe aromatiche del mediterraneo (eucalipto, pino, ginestra), allo speziato (pepe nero), liquirizia e per finire con dei profumi tostati (cioccolata fondente). In bocca la sua potenza e robustezza equilibra il sugo grasso di capocollo cotto tre ore. La sua morbidezza e i suoi tannini ben integrati esaltano il piatto ragusano. Un abbinamento ottimo.
La cena si è conclusa ingozzandoci di pasticcini tipici piemontesi degustando il passito di Baratuciat “a Passeggio” del produttore G.Bosio ad Almese (TO). Si tratta di un vitigno antico riscoperto da poco che offre una aromaticità unica. I punti di forza di questo vino: aromaticità, freschezza e ottima bevibilità. Si abbina con piatti dolci o salati e diventa infine un vino da discussione e da meditazione. Si può bere da solo o accompagnato: un vantaggio di pochi vini.
La conclusione
Mi viene in mente una citazione divertente di Winston Churchill «After the war, two choices were open to me: to end my life as a deputy or as an alcoholic, and I thank God for having guided my choice so well: I am no longer a deputy!»*
A chi non succede almeno una volta di chiedersi come finirà la propria vita? Meglio immaginarsela con ironia.
*(traduzione: Dopo la guerra, avevo due scelte: terminare la mia vita come deputato o terminarla come alcolizzato. Ringrazio Dio per aver guidato così bene la mia scelta: non sono più un deputato)
*Vi consiglo di leggere l’articolo sul produttore di Almese Giuliano Bosio; Il Baratuciat di Giuliano Bosio