Faceva un caldo potente, quasi come il caldo che ci ha afflitto in questa estate 2025, era pieno di zanzare, ma era bellissimo aggirarsi in quel borgo, dormire in quel b & b posto all’inizio del borgo storico, fare la doccia in un bagno dove mentre ti rinfrescavi avevi una vista sulle colline circostanti, mangiavamo benissimo “a gratis” ospiti del Comune e c’era un ritmo rilassato delle cose, uno slow time che sarebbe piaciuto, buono pulito e giusto com’era, al boss di Slow Food Carlin Petrini…
A Magliano ebbi modo di visitare, e soggiornare nel corso di una delle mie partecipazioni a Vinellando, la Fattoria di Magliano creata nel 1996 da Agostino Lenci, lucchese e gestita, con grande professionalità, a un uomo di cultura prestato al vino come il mio caro amico Lorenzo Scian, laureato in filosofia e persona di grande simpatia e umanità. Qui un po’ tutti i vini erano davvero notevoli, il Morellino di Scansano bio Heba, il Sangiovese Sinarra, il Syrah Perenzo, il Cabernet Poggio Bestiale, il rosato, emozionante, Illario. Ma furono due bianchi a mettermi, e mi hanno messo ancora in questo 2025, in ginocchio tanto erano e sono buoni!

foto Ziliani
Il primo è il Vermentino Pagliatura, del quale con Lorenzo si fece una piccola verticale che rivelò la capacità del vino di evolvere positivamente e di avvicinarsi, per bontà e autenticità, a vini fenomenali come il Colli di Luni Vermentino di Ottaviano e Fabio Lambruschi, in quel di Castelnuovo Magra, SP.

Foto Ziliani
Il secondo è l’Ansonica Brissaia...
Emozionato, mentre tengo in sottofondo, anzi raccomando di farlo a tutti coloro che magari incuriositi da questo mio articolo decideranno di provarli, le canzoni (a me carissime) del cantautore lucano Pino Mango, Mediterraneo, Oro, Nella mia città, La rondine (penso alla mia adorata ex moglie Eliana che cantava le canzoni di Pino con la sua voce da brividi e alla nostra meravigliosa figlia Valentina… e giù lacrime, lacrime…)
Ho bevuto questo Pagliatura 2024, 13°…
Colore paglierino scarico, brillante, luminoso, tira fuori subito un bouquet di una freschezza, incisività, fragranza, leggerezza, inebrianti, tutto giocato tra sale, pietra, agrumi, note di erbe aromatiche, miele d’acacia, salvia, menta, cioccolato bianco, fiori bianchi…
La bocca gioca tra larghezza e profondità, grasso, fresco, complesso, con un qualcosa che mi ha ricordato da un lato uno Chenin blanc e dall’altro un Viognier, anche se non potente e sensuale come un Condrieu…
Ma è il Brissaia (notate la bellezza semplice, lineare, elegante delle etichette di tutti i vini della Fattoria di Magliano) che mi ha stregato e mi ha sconvolto e fatto versare lacrime su lacrime…
Abbinato a una serie di salumi, coppa, pancetta, finocchiona, crudo toscano (non avevo pesce a disposizione e nemmeno peperoni ripieni, carne cruda all’albese, gamberi rossi, un branzino al sale al quale vi consiglio di sposarlo…) mi ha entusiasmato, 2024 il millesimo come il Pagliatura…
Colore paglierino oro brillante, squillante, sfacciato quasi, multiriflesso, mi ha soggiogato con un naso marino, solare, mediterraneo (qualche Ansonica l’ho bevuto, sempre circa 12-15 anni fa, quando passavo intensi giorni di vacanza a Porto Azzurro all’Isola d’Elba in casa di una Signora polacca nata a Varsavia con la quale ebbi una liaison dangereuse durata otto anni…) tutto giocato tra note di pesca gialla, prugna gialla, fieno, miele millefiori, sale, pietra, sole, mare, amore, i profumi del corpo disteso al sole della donna che amate e di cui siete profondamente innamorati…
In bocca il viogneggiare del Vermentino diventa le mot d’ordre, largo, caldo, suadente, sensuale, grasso eppure fresco e profondo grazie a un’acidità ben calibrata…
Che vino amici miei, che vini, provateli e ditemi se non avevo ragione di inginocchiarmi davanti a loro…
Da bere ascoltando le canzoni di Mango e la Stagione dell’amore del Maestro Franco Battiato.