Per dirla con Curzio Malaparte: maledetti toscani!
Due recenti assaggi, ma che dico, bevute, perché in entrambi i casi aperte le bottiglie le ho vuotate nel giro di una serata, me ne hanno dato ampia conferma.
Nel primo caso si trattava di un rosato di Pinot nero, l’Igt Toscana rosato Lyncurio 2023, del Castello di Potentino di quella donna straordinaria (in tutti i sensi) che è la mia amica inglese Charlotte Horton. Non contenta di produrre un Sangiovese da urlo, il Sacromonte (di cui fui tra i primissimi a scrivere circa 25 anni or sono sul mio sito Wine Report), il Rosso di Pinot nero Piropo, il Rosso di Alicante Balaxus, il Rosato di Sangiovese Jaspidem ( tutti nomi di pietre preziose) si è inventata un gran rosato di Pinot nero.

foto Ziliani
Uno dei migliori rosati toscani, insieme al rosato di Canaiuolo di Montenidoli e all’Illario della Fattoria di Magliano.
Prodotto in poco più di 1400 esemplari, si presenta con un accattivante colore buccia di cipolla – cipria, naso finissimo e sapido, nervoso, minerale, con aromi di agrumi, pietra e sale in evidenza.
La posizione del vigneto a 380 metri di altezza, ai piedi del Monte Amiata a Seggiano (celebrata anche per l’olio extravergine e per il pecorino) su terreno misto vulcanico regala al vino tensione al gusto, ben sapido e nervoso, con acidità che spinge ed equilibra il frutto, grande equilibrio, finezza e piacevolezza.
I like your Rosato and all your wines dear Charlotte! I want come back very soon to Potentino castle!

foto Ziliani
Il secondo rosato toscano che mi ha deliziato in questa estate trascorsa in quel di Stesà, (un paese senza particolari pregi dove risiedo dal 1994) viene dal cuore del Chianti Classico, da Radda in Chianti, da una delle migliori aziende produttrici di Chianti Classico, dall’azienda agricola Monteraponi di quell’ex tombeur de femmes (in passato aveva una morosa francese da urlo, ora è felicemente sposato con una bella ragazza sarda) di Michele Braganti, ed è un miracolo della mia cantina, dove i vini si conservano meravigliosamente.
Si tratta di un Rosato di Sangiovese, un Colli della Toscana Centrale Igt nientemeno, tenetevi forte, dell’annata 2019, quindi un rosato di anni 6.
Per me uno dei migliori rosati non solo della terra dell’indimenticabile Giulio “Bicchierino” Gambelli e del suo discepolo Franco Traversi ma d’Italia tutta.
Un rosato che mi ha incantato (quasi come l’ex fidanzata di Michele…) per la sua armonia ed eleganza, per la sua evoluzione, per il suo essere profondamente toscano ma con un accento francese (viva le donne francesi, in particolare una!) che mi ha fatto pensare ad alcuni Côtes du Ventoux o ai meravigliosi Bandol del Domaine de la Begude che potete acquistare a 23 euro o dello Château de Pibarnon che a me evoca il ricordo di un amore parigino con un ex modella di Christian Dior.
Colore melograno – buccia di cipolla – succo di ribes, un naso di estrema complessità freschezza fragranza vivacità, con note di lampone, arancia sanguinella, pompelmo rosa, agrumi canditi ed erbe aromatiche.
In bocca è nervoso, diretto, incisivo, scattante, lontano anni luce dalle dolciosità mollaccione e ruffiane di troppi rosati di oggi, anche salentini o roerini, con perfetto equilibrio di tutte le componenti, piacevolezza estrema, nerbo sapido, gran carattere e tutta la finezza del migliore Sangiovese (esaltato nei Chianti Classico di Michele, che produce anche un notevolissimo Vin Santo).
E vogliamo parlare dell’etichetta?
È un acquaforte di Nino Tutti, un pittore grevigiano allievo prediletto di Ottone Rosai molto amico del babbo di Michel.
Un rosato di quelli che in un ideale Nazionale dei vini in rosa giocherebbe titolare inamovibile.
Io l’ho abbinato a finocchiona, culatello, salame strolghino ma questo rosato va bene proprio su tutto.
E bravo Michele, quand’è che mi fai assaggiare un’annata più recente di questo 2019?
Abbinamento musicale: La porti un bacione a Firenze di Odoardo Spadaro







Caro franco
Concordo sul Rosè di Monteraponi, ma proverei anche quello straordinario di Sa Giusto a Rentennano, azienda condotta magistralmente da Luca Martini Cicale a Famiglia