Château Camensac 1994 Haut-Médoc Cinquième Grand Cru Classé nel 1855
Era il giorno di natale del 2021, un periodo poco propizio all’allegria. Decisi, per questa ragione, di pescare in fondo a qualche vecchia cassa sparsa in cantina una bottiglia che avrebbe potuto sorprendermi, nel bene come nel male. Che importa.
La mia scelta si fermò, in mezzo alla penombra della mia antica cantina, costruita nell’epoca di Pietro Micca, su un Bordeaux “âgé”. L’anno? 1994.
Era stata un annata di buona qualità, ma irregolare. Dopo un’estate calda e secca, la qualità di questa annata era stata compromessa dalle forti piogge. Molti produttori avevano sacrificato dal 30% al 50% del loro raccolto. I loro vini risultavano più concentrati, tannici e di buon invecchiamento. Gli altri erano austeri e magri. Quelli da uve Merlot avevano avuto maggiore successo.
Ero curiosa di scoprire come questo Château Camensac Haut-Médoc del 1994 avesse affrontato questi 28 anni.
(Dal 1964 fino al 2005, i proprietari di Château Camensac erano Elysée e Henri Forner. La collaborazione con il famoso ricercatore e enologo Émile Peynaud ha permesso a Château Camensac di raggiungere il rango che meritava. Henri Forner fondò nel 1970 l’azienda vitivinicola Marqués de Cáceres nel Rioja alto, la zona vinicola più famosa della Spagna.)
La mia scelta si fermò, in mezzo alla penombra della mia antica cantina, costruita nell’epoca di Pietro Micca, su un Bordeaux “âgé”. L’anno? 1994.
Era stata un annata di buona qualità, ma irregolare. Dopo un’estate calda e secca, la qualità di questa annata era stata compromessa dalle forti piogge. Molti produttori avevano sacrificato dal 30% al 50% del loro raccolto. I loro vini risultavano più concentrati, tannici e di buon invecchiamento. Gli altri erano austeri e magri. Quelli da uve Merlot avevano avuto maggiore successo.
Ero curiosa di scoprire come questo Château Camensac Haut-Médoc del 1994 avesse affrontato questi 28 anni.
(Dal 1964 fino al 2005, i proprietari di Château Camensac erano Elysée e Henri Forner. La collaborazione con il famoso ricercatore e enologo Émile Peynaud ha permesso a Château Camensac di raggiungere il rango che meritava. Henri Forner fondò nel 1970 l’azienda vitivinicola Marqués de Cáceres nel Rioja alto, la zona vinicola più famosa della Spagna.)
Sul sito www.chateaucamensac.com, si consiglia di bere questo vino non prima di sette anni e non oltre 30 anni. Avevo rispettato i consigli e adesso dovevo aprire la bottiglia. L’operazione non fu così semplice. Il tappo di sughero non aveva più alcuna consistenza. Sembrava essere un agglomerato di sabbia umida e sottile. Con tutta la delicatezza necessaria provai varie volte a inserire il cavatappi ma non era possibile. Il tappo si disintegrava man mano che inserivo il cavatappi. Dopo dieci minuti riuscii con cautela a toglierlo a pezzettini. Versai quindi il vino in una caraffa e aspettai il miracolo. Qualche anno fa avevo aperto una bottiglia identica ma il vino era spento, senza energia. Aveva perso una grande parte dei suoi aromi. Chissà cosa sarebbe successo adesso…
Prima di degustare il vino presi il cellulare e controllai online i commenti su questo Bordeaux. Ecco la scheda di degustazione trovata sul sito drinkco.it: Château Camensac 1994
-colore: presenta un colore rosso scuro quasi viola
-Naso: aromi di frutti di bosco e di cedro, legno antico e tabacco da fiuto
-Sapore: tannini morbidi e piacevoli. Aromi di frutta rossa e nera
Uve: Merlot, Cabernet Sauvignon(Secondo gli anni la percentuale di Merlot e Cabernet Sauvignon cambia, ma in genere il rapporto è 40% Merlot, la prima uva a essere vendemmiata, e 60% di Cabernet Sauvignon.)
Mi verso un po’ di vino nel bicchiere, sento al naso degli aromi che man mano si sprigionano. Bevo qualche sorso con grande piacere. La mia percezione del vino è ben diversa da quella riportata dal sito (forse non riguardava l’anno 1994).
Il colore: rosso granato scuro con riflessi aranciati. Colore profondo e quasi impenetrabile. Rimane abbastanza limpido.
Al naso: frutti rossi e neri molto maturi, marmellata di prugne, ciliege nere candite. Una sottilissima nota di eucalipto (incredibile come dopo tutto questo tempo rimanga ancora una punta di erbe fresche), note delicate di tabacco, pepe nero, vaniglia e cuoio.
In bocca: Il vino sconvolge per il suo bel equilibrio tra i tannini morbidi, la sua inattesa freschezza e l’alcol percepito. Il vino si presenta immediatamente con franchezza. Ha tutte le caratteristiche del Bordeaux. I suoi aromi sono delicati e nessuno prevale sull’altro. Una carezza vellutata ma ancora energica circonda tutto il palato. Ogni tanto salta fuori una nota, poi si gira il bicchiere e un altro sentore si manifesta. La persistenza aromatica si prolunga fino a 6. Non male per un Bordeaux di 28 anni. Chissà per quanto può ancora tenere questo vino. Qualche anno? Ma ho capito che con il vino si possono avere delle vere sorprese.
(La bottiglia conteneva sul fondo del deposito.)
L’ho abbinato con un cappone di Morrozzo al foie gras e castagne. La delicatezza della carne bianca, l’untuosità e il gusto leggermente amaro dell’anatra, la dolcezza un po’ pastosa delle castagne formavano un gradevole equilibrio con questo Bordeaux del ’94. Si sarebbero potuti fare altri abbinamenti interessanti, ma confermo la bontà e la piacevolezza del Bordeaux con il Cappone.
La tendenza attuale degli amatori di vino si indirizza sempre di più verso l’acquisto di vini più giovani, di vini bio, biodinamici e naturale, in questo caso il mio vecchio Camensac è fuori moda. Cercando online il suo prezzo di vendita scopro che varia da euro 25, prezzo proposto da un privato in Belgio, a euro 88,99 da un mercante in Germania (vedere su 2ememain.be e wine-searcher.com). Il sito vivino non dispone di Camensac del 1994, ma del 2014 al prezzo di euro 52. È vero che l’anno 2014 è superiore all’anno 1994, valutato come millesimo “honorable” con un voto da 12 a 14/20.
Mi chiedo se un vino naturale abbia la possibilità di offrire tali sorprendenti emozioni gustative dopo circa trent’anni. Credo sinceramente nell’importanza di lasciare invecchiare il vino (quelli che hanno le caratteristiche per l’invecchiamento). Un vino giovane non offrirà mai tutto il bagaglio di aromi, sfumature, equilibrio e complessità che regala un vecchio vino lasciato nel fondo di una cassa per decenni.
Le temps passe,
les souvenirs s’effacent,
et le vin délasse.

Prima di degustare il vino presi il cellulare e controllai online i commenti su questo Bordeaux. Ecco la scheda di degustazione trovata sul sito drinkco.it: Château Camensac 1994
-colore: presenta un colore rosso scuro quasi viola
-Naso: aromi di frutti di bosco e di cedro, legno antico e tabacco da fiuto
-Sapore: tannini morbidi e piacevoli. Aromi di frutta rossa e nera
Uve: Merlot, Cabernet Sauvignon(Secondo gli anni la percentuale di Merlot e Cabernet Sauvignon cambia, ma in genere il rapporto è 40% Merlot, la prima uva a essere vendemmiata, e 60% di Cabernet Sauvignon.)
Mi verso un po’ di vino nel bicchiere, sento al naso degli aromi che man mano si sprigionano. Bevo qualche sorso con grande piacere. La mia percezione del vino è ben diversa da quella riportata dal sito (forse non riguardava l’anno 1994).
Il colore: rosso granato scuro con riflessi aranciati. Colore profondo e quasi impenetrabile. Rimane abbastanza limpido.
Al naso: frutti rossi e neri molto maturi, marmellata di prugne, ciliege nere candite. Una sottilissima nota di eucalipto (incredibile come dopo tutto questo tempo rimanga ancora una punta di erbe fresche), note delicate di tabacco, pepe nero, vaniglia e cuoio.

(La bottiglia conteneva sul fondo del deposito.)
L’ho abbinato con un cappone di Morrozzo al foie gras e castagne. La delicatezza della carne bianca, l’untuosità e il gusto leggermente amaro dell’anatra, la dolcezza un po’ pastosa delle castagne formavano un gradevole equilibrio con questo Bordeaux del ’94. Si sarebbero potuti fare altri abbinamenti interessanti, ma confermo la bontà e la piacevolezza del Bordeaux con il Cappone.
La tendenza attuale degli amatori di vino si indirizza sempre di più verso l’acquisto di vini più giovani, di vini bio, biodinamici e naturale, in questo caso il mio vecchio Camensac è fuori moda. Cercando online il suo prezzo di vendita scopro che varia da euro 25, prezzo proposto da un privato in Belgio, a euro 88,99 da un mercante in Germania (vedere su 2ememain.be e wine-searcher.com). Il sito vivino non dispone di Camensac del 1994, ma del 2014 al prezzo di euro 52. È vero che l’anno 2014 è superiore all’anno 1994, valutato come millesimo “honorable” con un voto da 12 a 14/20.
Mi chiedo se un vino naturale abbia la possibilità di offrire tali sorprendenti emozioni gustative dopo circa trent’anni. Credo sinceramente nell’importanza di lasciare invecchiare il vino (quelli che hanno le caratteristiche per l’invecchiamento). Un vino giovane non offrirà mai tutto il bagaglio di aromi, sfumature, equilibrio e complessità che regala un vecchio vino lasciato nel fondo di una cassa per decenni.
Le temps passe,
les souvenirs s’effacent,
et le vin délasse.