Perdonatemi queste geremiadi da cronista del vino stanco e annoiato, ma permettetemi di dire la mia, sarà forse l’ultima volta, sulle manie egocentriche e un pò, permettetemelo, automasturbatorie, di qualche ristoratore che se la tira e pensa di essere Cracco, Cannavacciuolo, il Gualtiero Marchesi d’Antan, e fa di tutto, anche se lui lo nega, per avere una Stella Michelin. Ma vogliamo finirla con le carte dei vini fiume o Enciclopedia Treccani, piene di vini famosi e dai prezzi da nababbi, investitori finanziari, paponi o mantenuti?
Vogliamo dire basta! Ai ristoranti dove pur non disponendo di una cantina degna di questo nome ammucchiano casse e cartoni all’ingresso del locale dove prendono caldo per il sole che batte sulle vetrine oppure in sala per cui bisogna letteralmente dribblarle con abilita da Lamin Yamal per dirigersi e trovare posto a tavolini piccoli con le sedie scomode che ti fanno male al sedere?
Vogliamo mandare à se faire F….. la moltiplicazione dei menu, quello del giorno, quello alla carta, la proposta dello Chef, il menu vero e proprio che ti mettono l’imbarazzo della scelta e ti inducono, come segno di resa, a buttarli un sofferto “faccia lei” al cameriere che se la tira?
Vogliamo mandare in cantina, accidenti non c’è! Gli assaggini, le mini porzioni servite in tazzine che vanno bene per le bambole, con tanto di forchettine e cucchiaini?
Vogliamo finirla con i piatti, magari buoni, perché in cucina ci sono bravi Chef, dai nomi lunghi altisonanti, pretenziosi per capire i quali serve un traduttore dal cinese?
E vogliamo dire,” ma stai zitto!”a certi patron-sommelier che pensano di sapere tutto loro di vino perché hanno bottiglie vuote di una celeberrima Maison de Champagne sparse ovunque, come una ostentazione fallica? E ciarlano, ciarlano, spaccano ca….e e si lasciano andare, da cafoni, a commenti su belle signore che siedono ai tavoli.
Vogliamo finirla, difatti non ci metterò più piede con questi ristoranti da avanspettacolo?
E finiamola dunque!