Alta Langa DOCG Brut Millesimato 2018 Bianc’d Bianc – Cocchi, Cocconato d’Asti
Che barba, che noia bere sempre Franciacorta DOCG, Trento DOC, Oltrepò Pavese metodo classico, Alto Adige spumante di montagna (non parlo di Champagne, gioca in un altro campionato…). Suvvia, cambiamo e… parluma piemunteis!
Parluma del primo Alta Langa da uve Chardonnay 100%, coltivate su terreni collinari di terra bianca marmosa calcarea, che donano sapidità e tenuta nel tempo a queste “bollicine”! Lo produce – ma de bun! – Giulio Bava, fratello di Roberto e Paolo, già presidente del Consorzio Alta Langa DOCG. Bassa resa per ettaro, mosto fiore, sei anni sui lieviti (il dégorgement è del 2024), basso dosaggio degli zuccheri, remuage sur pupitres.

Alta Langa Cocchi 2018 Foto Ziliani
A l’è propri bun ‘stu Alta Langa Bianc’d Bianc, versato nel calice Sparkle di Luca Bini: perlage fine, continuo, vivace. Mostra un naso complesso, dove si rincorrono – avvolgendosi in doppi tuffi carpiati alla Dibiasi o Cagnotto – note cremose di albicocca, pesche bianche, agrumi, meringa, cioccolato bianco, nocciola.
La bocca è larga, piena, carnosa, con la pienezza di un rosso: sembra quasi, a bicchiere suo, un Pinot nero! Ha una bella coda lunga e un’acidità ben calibrata, che spinge e dà nerbo al frutto. Una bella espressione del terroir.
Voi abbinatelo a quello che volete: io me lo sono gustato con salumi misti, roast beef, sgombri Parodi in olio d’oliva, primi con pesto di basilico.
Insomma, solo qualche stupido non può prendere sul serio l’Alta Langa. Io, che scrivo di vino dal 1982, l’Alta Langa la adoro!
Abbinamento musicale: Paolo Conte – Live à Paris