Non datemi pertanto dell’erotomane (se lo sono io lo sono un po’ tutti gli uomini cui piace “l’altra metà del cielo”) se a proposito di queste due Barbera che ho bevuto, servendole ben fresche, in queste serate di luglio, mi spingo a dire, e sottolineare, che la Barbera ha le tette grandi. Ha le tette sode, carnose, tette da accarezzare e dove appoggiare la testa come il migliore dei guanciali…
Torniamo ai vini, altrimenti…
La prima Barbera di cui voglio parlarvi la produce il mio amico Mauro Gallo, “il poeta” di Clavesana, ed è un Langhe Barbera, annata 2023, che si chiama Galet Langhe Barbera– i vini di Ivan Gallo e produce, con infinite cure in vigna, con il fratello Ivan nella loro semplice, accogliente cantina Ivan Gallo azienda vitivinicola nelle Langhe.

foto Ziliani
Lui è un pezzo di pane, è buono come il pane, non si può non volergli bene, e questa Barbera “ben piazzata”, mi ha entusiasmato (come mi capita bene con i suoi vini) sin dal primo assaggio.
Colore rubino violaceo intenso e profondo, ti si offre (magari mi si offrisse chi dico io…) con i suoi profumi intensi, netti, precisi, suadenti, di frutta matura, fiori di campo, terra, viola, liquirizia, cacao, con leggere sfumature selvatiche e di pepe nero.
In bocca è terrosa, golosa, piena di sapore e ti riempie la bocca, rotonda, succosa, con la sua bella acidità che spinge (un po’ come certe tette che puntano spavaldamente verso l’alto…) il tannino morbido, la sua piacevolezza grande e godibile…
Una Barbera che non ti induce a pensieri angelici e a idee di amore platonico, ma “pratonico” (quando avevo meno anni dei miei prossimi 69 – numero magico … – non mi dispiaceva andare per prati con le mie lei…) e che si fa bere magicamente… E bravo il mio “poeta” astemio!
Con la seconda Barbera ci spostiamo dalle Langhe, da Clavesana, alla provincia di Asti, quella dove sono nati ad esempio Giacomo Bologna, Vittorio Alfieri, il grandissimo avvocato Paolo Conte, il nostro più grande chansonnier…
Arriviamo in quel di Calamandrana (paese dove si trova una grande azienda come la Michele Chiarlo Cantina. Solo dai grandi vigneti, i più prestigiosi vini del Piemonte: Barolo Docg, Barbaresco Docg, Barbera d’Asti Docg, …e approdiamo alla cantina che si chiama Cascina San Giovanni, proprietà della famiglia dal cognome insolito di Solito…Oggi, dopo Alfiero, è Alessandro Solito a condurre le danze e a produrre una gamma di vini ampia che comprende Cortese dell’Alto Monferrato, Monferrato Dolcetto, Moscato d’Asti, Barbera d’Asti, due spumanti, uno metodo Charmat e uno Metodo classico, Le Conche (l’ho provato e l’ho rimandato a settembre… non ci siamo proprio…) e soprattutto il Nizza Docg.
E qui, per dirla con Giacomo Bologna, il produttore del Bricco dell’Uccellone, del Bricco della Bigotta, della Monella, un personaggio indimenticabile caro a Veronelli e che mi fa ricordare una mitica bagna cauda a casa sua bevendo come se non ci fosse un domani…, AI SUMA!
Ci siamo proprio con questo Nizza 2021! Un vino che conosce 12 mesi di affinamento in barrique (io preferirei le botti grandi come quelle che un Signore che ho amato profondamente, parlo di Mario Pesce dell’Antica Casa Vinicola Scarpa di Nizza Monferrato, usava per la sua stratosferica Barbera La Bogliona )

foto Ziliani
Colore viola intenso, profondo, grasso nel bicchiere, ti tira fuori una sinfonia (Anton Bruckner, piuttosto che Gustav Mahler o il mio adorato Franz Schubert) di profumi che ti conquistano. Prugne, pesche gialle, more, e poi in sequenza pepe nero, liquirizia, viole, ginepro, macchia mediterranea e terra, terra, terra….
Largo in bocca, succoso, goloso, con una freschissima acidità che equilibra il frutto, ottimo equilibrio, piacevolezza, armonia e una capacità di farsi bere, in allegria, davvero da applausi.
Non la solita Barbera barricata che ci ha rotto i corbelli (ma bevetevele voi!) ma un vino insolitamente buono che vi consiglio senza sé né ma…
E bravo Alessandro Solito!
Abbinamento musicale: l’aria Madamina il catalogo è questo dal Don Giovanni di Mozart