15 chilometri bastano, solo 15 chilometri da Torino fino a Rivoli per dilettare le papille gustative, tuffarsi in pieno nei peccati di gola, gioire del momento presente. So che davanti a Dio la mia ingordigia sarà assolta. Amare la vita e apprezzarla nelle sue sorprendenti sfumature gastronomiche non può che essere un beneficio per tutti. A Rivoli, città conosciuta per il suo Castello, contenitore di opere d’arte contemporanea, si trova, nel bel mezzo del paese, la pasticceria Dalmasso, recentemente premiata migliore pasticceria d’Italia dal Gambero rosso. La mia curiosità mi ha spinta fino al tempio del gusto per regalare al mio palato nuove sensazioni.

Gustav Klimt, Public domain, via Wikimedia Commons
Entrando nel locale, l’occhio si rallegra alla vista dei pasticcini ben sistemati in fila indiana. Le forme piccole e uniformi dei choux, delle tortine alla frutta, al cioccolato coperti di topping dai colori vivaci eccitano le pupille. Il verde chiaro, l’ arancione elettrico, il giallo limone, il viola mirtillo chiaro ricordano le pennellate colorate nello splendido quadro intitolato “Bauerngarten mit Sonnenblumen” di Klimt. Dalmasso ci offre una freschezza primaverile nel bel mezzo dell’inverno piemontese.
Le sue creme ai gusti delicati di pistacchio, arancia, zabaione, moscato d’Asti accarezzano il palato. Tutto è delicato e nessun aspetto gustativo prevale: morbidezza, friabilità, pastosità, zuccherosità: tutto si armonizza. Uno zefiro fresco e leggero soffia in gola. Niente addensanti, aromi, additivi chimici. Si buttano direttamente in bocca come delle compresse per la tosse. Sono medicine per tutti i mali e la malinconia o il mal umore scompare.
Mi sono innamorata dello chou o bignè al moscato d’Asti. L’impronta del moscato è precisa. Si sente immediatamente l’aromaticità del vitigno. Poi c’è anche una piccola delizia in forma di medaglione: una sottile meringa bianchissima accompagnata da una leggerissima panna e delle scaglie di cioccolato fondente. La leggerissima crosta della meringa si sbriciola sotto la lingua in mille schegge dolci, la vaporosa panna sfiora delicatamente il palato e il cioccolato fondente si scioglie in una nota dolce amara. Una musica per illustrarla? Clair de Lune di Claude Debussy.