Vi ricordate l’avaro di Molière? Quando quel cupido Harpagone non trova più la sua cassetta piena di monete d’oro?
Aiuto! Al ladro! Al ladro! All’assassino! In nome del cielo, aiutatemi! Dov’è il mio denaro?
Chi è stato? E’ lì? E qui? Chi è lì? Fermo, rendimi il mio denaro! (Si afferra un braccio da solo) Ah, Non capisco più niente! Tesoro! Tesoro mio, dove sei? Vi
prego, aiutatemi! Ditemi chi è stato… Lo sai tu? Eh? E tu, possibile che non hai visto niente?
Nell’ottobre 2011 acquistai presso l’azienda viticola Cappellano di Serralunga 6 bottiglie di Barolo di cui 3 Piè francò del 2006 e 3 bottiglie di Piè Rupestris 2005 o 2006. L’anno successivo portai da Cappellano un caro amico della Borgogna, Philippe, Chevalier du Taste Vin du Clos de Vougeot, per fargli conoscere questo incredibile Barolo. Philippe aspettò fino al 2016 e mi confessò che quel Barolo aveva ancora dei tannini rugosi, e lo trovava ancora troppo
austero. L’aveva fatto assaggiare a degli amici amatori di vini ma per il loro palato era ancora difficile. Gli risposi: ”Stai tranquillo, abbi fiducia e aspetta. Devi berlo dopo, fra qualche anno. Ti sconvolgerà, ne sono certa .” Purtroppo il Covid ha portato via Philippe nel 2020 e penso a questo punto che abbia fatto bene ad anticipare l’assaggio.
Questo week-end grigio e sommerso d’informazioni pesanti sull’Ucraina mi sono decisa di scendere in cantina e finalmente riportare alla luce il Barolo Piè Francò. Mi ricordavo fossero rimaste tre bottiglie. Perfetto, pensavo, sarà una degustazione fantastica.
Arrivata in cantina, cominciai a cercarle. Confesso che questo posto è un vero Cafarnao. Spostando mobili e scatole di libri non riuscii a trovare la cassa.
Preoccupata mi concentrai quanto potevo per ritrovarla, ma niente da fare, impossibile mettere le mani su queste divine bottiglie. Mi sono sentita sprofondare in un abisso di malessere e di tristezza. Ma dove sono finite queste bottiglie, ma dove sono? Mi veniva in mente la recita dell’avaro di Molière e capivo il disagio del povero Harpagone. Ho dovuto rassegnarmi e accettare la perdita di un piacere tanto atteso.Perché ci tenevo tanto? Questo Barolo risponde alla grande alle mie aspettative. Lo degustai nel lontano 2010 e me ne innamorai. Penso che ognuno abbia il suo Barolo preferito, e non solo per i suoi profumi, la sua trama, potenza ma anche per la filosofia del produttore, per il posto dove sta il vitigno.
L’ azienda Cappellano continua un lavoro iniziato alla fine dell’ 800 con Filippo Cappellano. Nel ‘900 durante l’esposizione universale di Parigi, la cantina Giovanni Cappellano vinse la medaglia di Bronzo. Inoltre il fratello Giuseppe, farmacista, inventò il Barolo Chinato. Nel 2011, degustando i vini della cantina, scelsi di comprare il Barolo a piede franco, che considero come il più franco e il più eretico dei Barolo. Affronta una sfida o è un atto di tracotanza? Il piede franco, sì, ripeto, il piede franco: è la filossera? So che ogni anno una messa viene fatta, per ringraziare l’anno passato e proteggere l’anno in corso dal fatale parassita, e mi sembra una giusta misura. Nel Cru Gabutti a Serralunga esistono alcuni filari di Nebbiolo Michet a piede franco. Eresia? Follia? No! Intelligenza, lodata intraprendenza e forza di carattere.
Il risultato: un Barolo unico, austero per un po’ di anni (come deve essere), con delle note di frutti rossi, di fiori, spezie e tartufo, sottobosco, sensazioni balsamiche e questi sono solo i principali profumi. Un pannello di aromi che inebria e sconvolge per la sua complessità: un’impronta perfetta del territorio nel palato, con dei tannini sempre più dominati dagli anni passati ad riposare. Un tenore in alcol che esalta a meraviglia tutte le sfumature aromatiche di questo elisir degli dei. Una persistenza incredibile che trattiene per minuti infiniti il naso e il palato in un’apnea enogustativa .
Ecco quello che mi sono persa e mon coeur chavire.
Purtroppo i prezzi dei Barolo di Cappellano hanno raggiunto dei livelli altissimi. Rimarrò con la coda fra le gambe ma forse dama fortuna mi concederà un giorno di assaggiarlo. Chissà?