Il mondo del vino italiano va a mode. Prima c’è stata quella dei vitigni internazionali da piantare ovunque, come se di nostri vitigni unici e inimitabili non fosse piena la nostra Enotria Tellus.
Poi c’è stata la moda, che ha fatto più danni di uno tsunami, della barrique, da usare (qualcuno l’ha fatto) persino su Lambrusco, Cortese di Gavi e Arneis o Gewürztraminer. Barrique che ha rischiato di far perdere identità al Re dei nostri vini, il Barolo.
Oggi vanno di moda i vini macerati e vinificati in anfore.
So bene che questi tipo di vinificazione ha un background millenario, so bene che fa “figo” dire di aver prodotto un vino che ha sostato in vasi di coccio, ceramica, pietra (come fa Benjamin Zidarich nel Carso…) ma, accidenti, il vino non è fatto per essere bevuto?
Provate voi a bere più di mezzo bicchiere, anche meno…, di un vino “anforato”, provate ad abbinarlo a tavola, provate a offrirlo a un amico o alla vostra Amata…
Il 90% di questi vini sono, posso dirlo? Autentiche masturbazioni enologiche, imbevibili, noiosi, stucchevoli…
Allora, pensando a quello canzone di Battisti-Mogol che fa “Ancora tu”, io mi alzo in piedi e dico: “Vino in anfora, ancora tu? Ma non dovevamo vederci più??'”
Abbinamento musicale: Ancora tu di Lucio Battisti e Mogol.