Champagne Brut Rosé Charles Heidsieck
Bere Champagne, da solo, o in compagnia, è una delle cose che amo di più fare. Lo sanno tutti che insieme a Re Barolo, les bulles de Reims ed Épernay mi fanno impazzire. Dicono che i consumi di Champagne siano in calo e allora io cerco di farli risalire bevendo Champagne in ogni occasione. E cosi ho fatto, qualche giorno fa con questo stupendo Rosé, uvaggio paritario di Pinot Noir, Chardonnay e Meunier, che conosce tre anni di affinamento sui lieviti nelle meravigliose Caves che Charles Heidsieck acquistò a meta Ottocento, quando nel 1851 fondò la sua premiata Maison. E strappandolo con calma e poi godendomelo nel bicchiere Sparkle di Luca Bini, patron della Casa del Vino di Isera in Vallagarina (Terra di Marzemino e di Enantio) ho ricordato, sono ormai passati molti anni, sicuramente più di 10, la visita che feci alla Cave, ricevuto dalla bravissima addetta stampa Catherine Curie. Visita Unforgettable, unico giornalista italiano insieme a colleghi inglesi, svizzeri, tedeschi, à la cave e ai caveau dove riposavano e dormivano il sonno dei giusti (e di Bacco) vecchissime annate. Io ero letteralmente calamitato da dieci bottiglie di Rosé 1985, ma Madame Curie fece scegliere la bottiglia da aprire à la Volée, a una antipatica collega svizzera, che scelse invece il Blanc de Blancs sempre della stessa annata, quella della maxi nevicata in Italia, del gelo degli olivi in Toscana e della nascita, il 15 ottobre, della bellissima figlia, Valentina, oggi quarantenne copy writer based in Milano (è stata anche a New York e nell’Oregon, benedetta ragazza!) che la mia adorata ex moglie Eliana mi ha regalato.
La prima bottiglia stappata non era perfetta, ma la seconda… Una cosa da escire pazzi, come dicono a Napoli, uno schianto…
Quasi come Carole Bouquet, produttrice di vino a pantelleria (con la consulenza magica di Dora Marchi & Donato Lanati).
Juliette Binoche o la mia pianista del cuore, Hélène Grimaud, provenzale di Aix en Provence…
Ricordo poi un fantastico pranzo in cantina bevendo quel 1985 e altri vini della gamma di Charles Heidsieck (importato in Italia da Philarmonica di Brescia) e mangiando coquilles Saint-Jacques e dorade.
Ma basta con i ricordi (conservo ancora le bouchon di quel 1985…) e passiamo a raccontare questo Rosé non millesimato.
Perlage finissimo verticale e “ a fontanelle” (la definizione è della Wine broker polacca Elzbieta Elisabeth Babinska, nata a Varsavia ma oggi residente a Bergamo e mia vecchia cara amica) e continuo, colore inconfondibilmente oeil de perdrix, rosa pallido come un tramonto (o un’alba?), naso dolce, carezzevole, tutto giocato su note di lamponi, fragoline di bosco, con sfumature di erbe aromatiche e un tocco di réglisse noire.
Morbido in bocca, suadente, una vera carezza sul palato, con perfetta armonia tra frutta, acidità e tannini.
Perfetta dolcezza di espressione e piacevolezza assoluta.
Io l’ho abbinato, l’avevo portato in uno dei miei ristoranti preferiti, il Garroponte di Oscar Mazzoleni a Bergamo (andateci, è una krug Ambassade e la carta dei vini è stra-fornita…) a un piatto di tagliolini freschi con scorfano e poi a un branzino con verdure saltate in padella con erbe e olio extravergine di oliva.
Voi abbinatelo a quel che volete e, mi raccomando, bevetelo non da soli, ma con la Donna del vostro cuore, a casa, cheek to cheek con il vostro Amore…
A votre santé!
Abbinamento musicale Cheek to Cheek Ella Fitzgerald & Louis Armstrong.