Io non immaginavo che il semplice gesto di varcare quella porta mi avrebbe cambiato la vita. Ignoravo che da giornalista, pubblicista, lo ero dal 1981, anno della morte di mio padre e dell’inizio della collaborazione con la Gazzetta di Parma del direttore Baldassarre Molossi e al Giornale del mio Maestro Indro Montanelli, giornalista culturale da terza pagina e da pagine dei libri, mi sarei trasformato in un cronista del vino…È invece andò così… Incontrai, mandato da Molossi a intervistarlo, Luigi Veronelli, l’inventore del giornalismo del cibo e del vino in Italia, e fui folgorato sulla via di Damasco, sarebbe meglio dire di Bacco. Luigi, Gino per gli amici, mi regalò una copia del suo aureo libretto Veronelli Matrimoni d’amore Guida agli accostamenti cibi – vini, con la dedica “a Franco Ziliani con immediata amicizia, 28 febbraio 1983 (due mesi dopo mi sarei sposato con la donna della mia vita, la mia adorata ex moglie Eliana, nata a San Giovanni Bianco il 9 agosto 1958) e quella fu la prima di tante volte che tornai a trovarlo in quella casa colma di libri, con una vista spettacolare su Bergamo e le colline circostanti e soprattutto una cantina, si parla di circa centomila bottiglie, da sogno…
Il Maestro Gino, autore delle Guide all’Italia piacevole per Garzanti editore, personaggio televisivo, titolare di rubriche seguitissime su settimanali come Epoca e L’Espresso, mi cambiò la vita…
Diventai così, il buon Molossi non mi mandò più a intervistare scrittori, giornalisti, poeti (ricordo con particolare affetto Giorgio Soavi, poeta, collaboratore de Il Giornale di Montanelli, e amico di grandi pittori come Francis Bacon e Graham Sutherland delle cui opere aveva piena la casa in zona San Babila, Henry Louis de la Grange e Quirino Principe, biografi di Gustav Mahler – la musica classica altra mia grande passione…- Piero Buscaroli, biografo di Bach, Beethoven, Mozart e grande giornalista e inviato di guerra… ) ma tutti i grandi chef stellati, da Gualtiero Marchesi a Franco Colombani del Sole di Maleo, Andreas Hellrigl del Villa Mozart di Merano, Giorgio Pinchiorri e Annie Feolde dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze, Angelo Paracucchi, Antono Santini del tristellato ristorante Dal Pescatore di Runate di Canneto sull’Oglio, Romano Tamani istrionico chef e patron dell’Ambasciata di Quistello, Bruno Federico della Trattoria Caprese di Mozzo, ecc… E poi i grandi protagonisti di un mondo del vino italiano che stava cambiando Giacomo Bologna re della Barbera, il mio coetaneo e fraterno amico Maurizio Zanella deus ex machina della Cà del Bosco di Erbusco in Franciacorta, e un noto produttore di Barbaresco, tale A.G., che non voglio nominare perché non voglio fargli pubblicità, Edoardo Raspelli, critico gastronomico della Stampa denominato “il Savonarola della buona tavola” e tanti altri.
E così la mia vita cambiò, rimasi a gestire la biblioteca civica di Stezzano, cosa che feci per ben 18 anni, fino a novembre 1997, ma intanto scrivevo di food & wine, viaggiavo l’Italia del vino innamorandomi a prima vista delle Langhe, il posto dove sogno di essere sepolto, nel cimitero di Castiglione Falletto che sovrasta il vigneto del mio Barolo del cuore, il Monprivato del mio amico carissimo Mauro Mascarello, flirtando un po’ con Montalcino e tradendo un po’ la Langa con il Sud Tyrol – Alto Adige dove andai in vacanza con Eliana, a Luson sopra Bressanone, nel 1982 e di cui ho percorso, per vino ma anche per la Mahler Woche di Toblach, tutte le valli, soprattutto la Ulten Tal, dove a quasi 2000 metri c’era il ristorante Enzian di quel folletto, amico mio carissimo, di Giancarlo Godio…E così, centinaia di bottiglie dopo, con un matrimonio fallito, tanti amori finiti (tra Parigi, Varsavia, Bergamo, l’Isola d’Elba, le Marche, la Valtellina e le Puglie…) una figlia meravigliosa, Valentina, che ormai ha 40 anni e fa la copy writer, eccomi qui, una domenica mattina di fine giugno, dopo aver visitato il meraviglioso Monastero di Astino, pedalato e pedalato e faticato, davanti a quella porta, 42 anni dopo.
Non mi vergogno affatto a dire che mi sono piegato in due e ho pianto come un vitello pensando alla mia vita, a Gino Veronelli, a quanta vita vissuta, spero non invano, con tanti errori, di cui non mi pento, perché come canta Edith Piaf “Non,je ne regrette rien”, e come diceva Giorgio Almirante “chi rinnega è rinnegato“, e tanti momenti in cui ho toccato il cielo con un dito e di cui ringrazio, io laico ma neo pagano, i potenti Dei…Dobbiamo tutto, noi che scriviamo di vino, a Gino Veronelli. Lui ha creato Francesco “Franz” Arrigoni, per anni direttore del Seminario Veronelli, volato in cielo, forse perché caro agli Dei, così giovane, e poi quel brontolone di Gigi Brozzoni, che diresse il Seminario dopo Franz, il mio amico Alessandro Masnaghetti, forse anche Daniele Cernilli, alias Doctor wine, persino quel guru da barzelletta di Luca Maroni. E un mandrogno, che non nomino assolutamente, che porta il papillon e che è culo e camicia con il potente di turno. E poi Pierluigi “Pigi” Gorgoni, bravissimo docente all’Università di Scienze gastronomiche Alma a Colorno vicino Parma, grande barolista come me…
E il sottoscritto, che il 23 settembre compirà 69 anni e per farsi un regalo ha deciso, pur continuando a collaborare con il blog Riflesso di vino di quella splendida penna e donna raffinata ed elegante che è la mia amica Valérie Humbert, borgognona di Dijon e torinese d’adozione, di uscire con un nuovo wine blog…
Quanta vita, quanto amore, quanta vita fedele alla vita per dirla con il grande poeta Mario Luzi…
Grazie Gino, grazie Maestro insuperabile…Abbinamento musicale Il Maestro del Maestro Paolo Conte:
Il Maestro Gino, autore delle Guide all’Italia piacevole per Garzanti editore, personaggio televisivo, titolare di rubriche seguitissime su settimanali come Epoca e L’Espresso, mi cambiò la vita…
Diventai così, il buon Molossi non mi mandò più a intervistare scrittori, giornalisti, poeti (ricordo con particolare affetto Giorgio Soavi, poeta, collaboratore de Il Giornale di Montanelli, e amico di grandi pittori come Francis Bacon e Graham Sutherland delle cui opere aveva piena la casa in zona San Babila, Henry Louis de la Grange e Quirino Principe, biografi di Gustav Mahler – la musica classica altra mia grande passione…- Piero Buscaroli, biografo di Bach, Beethoven, Mozart e grande giornalista e inviato di guerra… ) ma tutti i grandi chef stellati, da Gualtiero Marchesi a Franco Colombani del Sole di Maleo, Andreas Hellrigl del Villa Mozart di Merano, Giorgio Pinchiorri e Annie Feolde dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze, Angelo Paracucchi, Antono Santini del tristellato ristorante Dal Pescatore di Runate di Canneto sull’Oglio, Romano Tamani istrionico chef e patron dell’Ambasciata di Quistello, Bruno Federico della Trattoria Caprese di Mozzo, ecc… E poi i grandi protagonisti di un mondo del vino italiano che stava cambiando Giacomo Bologna re della Barbera, il mio coetaneo e fraterno amico Maurizio Zanella deus ex machina della Cà del Bosco di Erbusco in Franciacorta, e un noto produttore di Barbaresco, tale A.G., che non voglio nominare perché non voglio fargli pubblicità, Edoardo Raspelli, critico gastronomico della Stampa denominato “il Savonarola della buona tavola” e tanti altri.
E così la mia vita cambiò, rimasi a gestire la biblioteca civica di Stezzano, cosa che feci per ben 18 anni, fino a novembre 1997, ma intanto scrivevo di food & wine, viaggiavo l’Italia del vino innamorandomi a prima vista delle Langhe, il posto dove sogno di essere sepolto, nel cimitero di Castiglione Falletto che sovrasta il vigneto del mio Barolo del cuore, il Monprivato del mio amico carissimo Mauro Mascarello, flirtando un po’ con Montalcino e tradendo un po’ la Langa con il Sud Tyrol – Alto Adige dove andai in vacanza con Eliana, a Luson sopra Bressanone, nel 1982 e di cui ho percorso, per vino ma anche per la Mahler Woche di Toblach, tutte le valli, soprattutto la Ulten Tal, dove a quasi 2000 metri c’era il ristorante Enzian di quel folletto, amico mio carissimo, di Giancarlo Godio…E così, centinaia di bottiglie dopo, con un matrimonio fallito, tanti amori finiti (tra Parigi, Varsavia, Bergamo, l’Isola d’Elba, le Marche, la Valtellina e le Puglie…) una figlia meravigliosa, Valentina, che ormai ha 40 anni e fa la copy writer, eccomi qui, una domenica mattina di fine giugno, dopo aver visitato il meraviglioso Monastero di Astino, pedalato e pedalato e faticato, davanti a quella porta, 42 anni dopo.
Non mi vergogno affatto a dire che mi sono piegato in due e ho pianto come un vitello pensando alla mia vita, a Gino Veronelli, a quanta vita vissuta, spero non invano, con tanti errori, di cui non mi pento, perché come canta Edith Piaf “Non,je ne regrette rien”, e come diceva Giorgio Almirante “chi rinnega è rinnegato“, e tanti momenti in cui ho toccato il cielo con un dito e di cui ringrazio, io laico ma neo pagano, i potenti Dei…Dobbiamo tutto, noi che scriviamo di vino, a Gino Veronelli. Lui ha creato Francesco “Franz” Arrigoni, per anni direttore del Seminario Veronelli, volato in cielo, forse perché caro agli Dei, così giovane, e poi quel brontolone di Gigi Brozzoni, che diresse il Seminario dopo Franz, il mio amico Alessandro Masnaghetti, forse anche Daniele Cernilli, alias Doctor wine, persino quel guru da barzelletta di Luca Maroni. E un mandrogno, che non nomino assolutamente, che porta il papillon e che è culo e camicia con il potente di turno. E poi Pierluigi “Pigi” Gorgoni, bravissimo docente all’Università di Scienze gastronomiche Alma a Colorno vicino Parma, grande barolista come me…
E il sottoscritto, che il 23 settembre compirà 69 anni e per farsi un regalo ha deciso, pur continuando a collaborare con il blog Riflesso di vino di quella splendida penna e donna raffinata ed elegante che è la mia amica Valérie Humbert, borgognona di Dijon e torinese d’adozione, di uscire con un nuovo wine blog…
Quanta vita, quanto amore, quanta vita fedele alla vita per dirla con il grande poeta Mario Luzi…
Grazie Gino, grazie Maestro insuperabile…Abbinamento musicale Il Maestro del Maestro Paolo Conte: