La mostra senza titolo di Nicola Bolla
Nella bellissima piazzetta Accademia Militare a Torino, si è tenuto il 23 luglio un evento tra arte, musica dal vivo e birre artigianali torinesi. Accompagnata dal mio cane che anche aveva sete, ci siamo rilassati prima della desiderata bevuta, a visitare, da lontano (il cane non è ancora accettato come un esteta capace di apprezzare l’arte contemporanea dalla nostra società), la mostra “senza titolo” dell’artista saluzzese Nicola Bolla.
Abbiamo mirato le opere della prima sala. La forma tipica a fungo di un’esplosione nucleare elaborata in carte da gioco (tutte con la faccia del jolly) tronfiava nel centro della struttura cilindrica dello stabilimento. Uno scheletro somigliante al burattino Pinocchio ricoperto interamente di strass, era seduto nella posizione del loto. Ci augurava buona visita con le sue pernacchie. Sembrava suggerire: “Dio è morto, l’umanità anche e il poco che ne rimane (solo ossa ricoperte di falsi diamanti) sta giocando con la propria fine…”.
Il mio compito non è di spiegare il senso della mostra (senza nome) e di queste opere, ma racconto la mia impressione. . . Anzi consiglio a chiunque visiti una mostra d’arte contemporanea di non leggere né le didascalie né i cataloghi. I testi scritti da critici d’arte sono in genere incomprensibili e fuori da ogni logica e buon senso. Lasciate la vostra intuizione interpretare l’opera.
Le birre artigianali

Birra la Drola foto Humbert
Dopo questa pausa culturale, il cane e io ci siamo spostati verso un’Ape 50 trasformata in un distributore di birre artigianali. Ho iniziato con una IPA leggera chiamata la “Drola”.
- Drola:
Grado alcolico 4,2%, chiara, malto d’orzo, frumento e segale. Scorza di arancia amara, coriandolo, zenzero, stile spicy, white IPA.
Descrizione sul sito: “Birra chiara, piacevole, armoniosa e profumata. Regala sensazioni fresche ed estive grazie al blend fra i cereali, i luppoli e a un dosaggio delle spezie equilibrato e leggero.”
Questa birra fresca, gradevole, leggermente amara, mi ha rinfrescata dal primo sorso. L’aroma di arancia amara è ben presente e si armonizza bene con l’ amarezza dello zenzero e dei luppoli. Il delicato tocco speziato rinforza la sensazione di freschezza. Ridotta effervescenza, schiuma compatta abbastanza persistente. Una birra leggera per un’estate rovente a Torino città.

Foto Humbert
All’ultimo sorso, ho alzato gli occhi verso il cielo e un uomo perso tentava di scappare da una finestra del terzo piano. Il suo piede destro scivolava sulla grondaia, ma lui rimaneva immobile a guardarci nella sua totale rêverie. Il cane tranquillamente leccava l’acqua fresca dalla ciotola gentilmente offerta dal personale.
Purtroppo non me la sono sentita di degustare altre birre per la temperatura ambiente di 34 gradi (non di grado alcolico), e lasciando la piazzetta ormai piena di gente mi sono promessa di farvi conoscere prossimamente le birre del birrificio post-industriale di Torino, Edit Brewing.