L’olfatto e lo Champagne:
L’olfatto: “La civilisation des odeurs” (la civiltà degli odori) di Robert Muchembled *

foto wikimedia commons Arcimboldo Flora Meretrix
Per mezzo millennio, l’olfatto è stato considerato, dalla nostra civiltà occidentale, come il più spregevole dei sensi, prima di essere recentemente elevato al rango di senso più raffinato. Robert Muchembled* nel suo libro “La civilisation des odeurs” conduce un’indagine e presenta le straordinarie mutazioni dell’olfatto in Occidente, dal Rinascimento all’inizio del XIX secolo. Dalla sua accurata e sorprendente analisi, riprendo qualche considerazione insolita dell’autore sull’olfatto.
- “L’olfatto è direttamente collegato alla parte più antica del cervello umano. Esso interviene in modo fulmineo per avvertire di un potenziale pericolo prima che la vista e gli altri sensi verifichino la validità del messaggio.” Interessante il rapporto odore e pericolo.
- “Le cose non hanno un odore buono o cattivo da sole: è il cervello che fa la differenza e poi la ricorda.” Allora la puzza è solo una questione di educazione.
- Secondo l’autore, “l’odorato è un senso unico ed eccezionale.Il mito secondo il quale l’olfatto sarebbe molto debole e residuale nell’uomo è infondato.”
- Secondo Descartes, l’olfatto occupava il terzo posto sensoriale, invece Kant lo respinse senza appello. Per Diderot, l’olfatto è il senso più voluttuoso.” Ogni filosofo impone la sua opinione. Ma la verità? La neuroscienza del XXI secolo la scoprirà.
- Antonio R. Damasio, neurologo portoghese, scrive “tutto ciò che sperimentiamo è sentito con piacere o dolore”. La prima impressione olfattiva è fondamentale, soprattutto in amore. La scelta del partner dei sogni non dovrebbe essere definita come un amore a prima vista, ma piuttosto come una breve estasi aromatica. L’odore di ogni persona è unico ed è il naso che ha il compito d’individuare “la perle rare”, il Romeo e la Giulietta, per perpetuare i loro geni. Conclusione: l’olfatto vince il primo posto !
Champagne
Adesso scopriamo l’impatto olfattivo di un bicchiere di Champagne che sfiora le nostre narici. Che succede? Potremmo chiederci:
Ha un buon odore? Si, allora non è pericoloso per la mia salute.
Mi procura piacere o dolore?
Penso proprio che la risposta, per la maggior parte della gente sia: mi procura piacere.
Dunque lo Champagne provoca, anch’esso, una breve estasi aromatica ?
Lo Champagne, con la sua impronta olfattiva unica, sconvolge e ammalia naso e papille gustative. Non dico di paragonare uno Champagne a un eventuale partner (finisco in psicoanalisi) ma quando avviciniamo la flûte per la prima volta sotto le nostre narici, qualcosa ci affascina no?
Oggi vi presento una “perle rare”: Champagne di André Heucq** , Héritage Blanc Meunier, Brut Nature
VIGNETI – Vigneti della Valle della Marna : Cuisles, Châtillon sur Marne, Serzy, Mareuil le port – Terreno: argilla – Età delle viti : 30 anni VINIFICAZIONE – Uvaggio : 100% meunier — Numero di bottiglie prodotte : 20000 – Fermentazione alcolica: in vasca di acciaio inox – Fermentazione malolattica: sì – Affinamento: vasca di acciaio inox – Affinamento in cantina : 48 mesi sui lieviti – Dégorgement: 05/2021 – Solforosa totale: 35 Mg/L.
La particolarità di questo Champagne: è prodotto con 100% di pinot Meunier, una perle rare!
(Il vino prodotto dall’uva Meunier non è molto colorato, non è molto alcolico, ma soprattutto lo è meno di quello prodotto dal Pinot Nero. Il Meunier produce vini morbidi, rotondi, spesso acidi, con un aroma fruttato e goloso, spesso rappresentato da lampone, ribes rosso e mela.) https://www.meunierinstitut.fr/le-meunier-pinotmeunier-champagne
Degustazione:

Champagne Héritage
All’occhio: giallo paglierino con riflessi dorati
Bolle numerose, sottili e persistenti
Al naso: odori di fiori come il gelsomino, di frutta come la mela renetta, la mirabella. Profumi delicati di pasticceria come la tarte tatin, la brioche e il pane tostato. Segue una gradevole nota dolce di miele millefiori.
In bocca: l’impatto in bocca è rotondo, viva acidità, odori in prevalenza sulle note dolciarie di brioche e miele. Il profumo della mela renetta ritorna in retrogusto. Ha una persistenza abbastanza lunga PAI (5/6). Si tratta di uno Champagne vivace, con una trama delicata, e con una varietà di profumi caratteristici di questo vitigno. Seduce per la sua autenticità e gioviale freschezza.
Uno Champagne da servire sugli 8 gradi e da bere come aperitivo o da abbinare per esempio a delle linguine piccanti al limone, degli spaghetti ai cannolicchi, o del pesce spada al limone e capperi.
Concludo con l’ultima frase del testo di Robert Muchembled*:
“Per muoversi lungo la strada di un’esistenza alternativamente composta da sofferenza e gioie, non è forse indispensabile “avoir du nez***?” E aggiungo: avere dello Champagne?