Il Liberty:
Torino offre al turista tante stranezze architettoniche, come per esempio le sue case in stile Liberty. In centro, in zona Crocetta e in corso Francia, si affacciano dimore meravigliose. Avendo io vissuto anni a Nancy, in Lorena (dove lo stile “Ecole de Nancy” fu fondato nel 1901 da Emile Gallé), vedevo abitualmente case “floreali”. A Torino, l’arte “Liberty” si esprime diversamente. Mi sembra più eclettica, austera, simbolica e imponente. A Nancy, le facciate costruite con pietre tagliate di colore bianchissimo (pierre d’Euville) o giallino regalano all’occhio leggerezza.
A Torino, lo stile Liberty si sviluppò tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Il liberty piemontese si ispirò alla scuola belga e a quella parigina. Lo stile nacque dal rifiuto dell’arte del passato. Attingeva alla natura con decorazioni floreali, curve sinuose, abbandono della simmetria, ricchezza dei dettagli ed uso di materiali nuovi o specifici dello stile (ferro battuto, vetrate colorate, ghisa, cemento armato).
L’Esposizione Internazionale d’Arte decorativa moderna del 1902, organizzata a Torino dal’architetto Raimondo D’Aronco, segnalò l’inizio di questo movimento. Leonardo Bistolfi (scultore), Raimondo D’Aronco ed Enrico Thovez (scrittore), appartenenti al circolo degli artisti di Torino, sono stati i promotori del Liberty a Torino.
Enrico Thovez in un famoso articolo ne parla così: “lo stile nuovo è nella forma fedelmente naturalistico e nella sostanza nettamente decorativo.”
Un palazzo sorprendente

Scala Liberty
Vorrei soffermarmi su un palazzo poco conosciuto di via san Francesco d’Assisi n.24, angolo via santa Teresa. L’esterno non colpisce lo sguardo del passante. Ma appena entri, rimani a bocca aperta. Vedi uno scrigno contenente un gioiello delicato, leggero, raffinato e luminoso. Il pavimento è riccamente decorato da mosaici, la scala in marmo abbellita con una balaustra in ferro battuto, sale fino a raggiungere l’ultimo piano, dove un lucernario in vetro e ferro offre luce all’interno del palazzo.
Dipinti con motivi floreali, rinascimentali, mitologici, pompeiani ricoprono tutti muri dei vari piani. Portoni di legno scolpito, lumi in vetro e ferro, finestre interne in vetro e ferro con forme geometriche delicate aggiungono bellezza all’insieme.
Fu costruita nel 1894 (è scritto sul pavimento all’entrata), ma chi è stato l’architetto? Non lo so. I lavori di ferro battuto sarebbero del famoso Mazzucotelli?

Liberty Mosaico entrata
Nel 1894 che succede in Europa? L’artista Massenet compone “Thais”, il Pandoro Melegatti viene brevettato, scoppia l‘affaire Dreyfus in Francia, a Londra viene augurato il Tower Bridge e il libro della giungla di Kipling viene stampato.
In quella stessa data, questo palazzo viene edificato. Affronterà due guerre mondiali senza troppi danni, e malgrado i suoi 129 anni rimane uno splendore nascosto. Quest’anno, per scelta del condominio, verrà inserito un ascensore nel bel mezzo della scala coprendo il lucernario. Capisco che è difficile (soprattutto per gli abitanti che stanno ai piani superiori) non poter disporre di un ascensore. Ma la bellezza ha un prezzo. Che ne sarà della splendida balaustra? Segata? Tagliata? Non voglio indignarmi, né iniziare polemiche. Che mi importa, non ci vivo e l’ho scoperta per caso. Ma rimango profondamente rammaricata quando un’opera viene deturpata.

L’aulos
Elementi decorativi inattesi come: il mosaico all’entrata con due cupidi alati, centauri, cigni verdi con teste di donne appoggiate su un lungo collo a forma di stelo che si specchiano, un bambino che suona l’aulos somigliante all’Angelo della vita di Giovanni Segantini (L’angelo della vita del 1894/95 conservato a Budapest), rendono questo luogo insolito.
Degustazione
Ascoltando “meditation”, un estratto famoso dell’opera “Thais” di Massenet del 1894, vi condivido la mia degustazione di Ghemme del 2017 dal produttore Paridechiovini.
Occhio: rosso granato
Al naso: profumi intensi di piccoli frutti rossi maturi come ribes, lamponi, ciliege sotto spirito, nota speziata di pepe nero. Profumo ricco e potente
In bocca: gli stessi profumi notati al naso, Si percepiscono note empireumatiche di cioccolato fondente e tabacco.
Si tratta di un vino caldo, potente, intenso, con dei tannini ancora un po’ irruenti. Un lungo finale (Pai 7). Un vino completo, di forte struttura e di evidente longevità.Un vino che evolverà magnificamente.
Da servire tra i 18 e 20 gradi.

Ghemme 2017 Paridechiovini
Si abbina con ragù, carni rosse, brasato, selvaggine o formaggi stagionati o semplicemente con un pezzo di cioccolato fondente.
Il Ghemme mi piace per la sua austerità. Il Nebbiolo delle colline novaresi si esprime diversamente che nelle Langhe. Niente a che fare con un Barolo o un Barbaresco. La sua potenza, energia e freschezza danno a questo vino una sorprendente autenticità.
Il palazzo di via san Francesco d’Assisi n.24, in stile Liberty con qualche accenno di eclettismo* colpisce per la sua eleganza, la sua luminosità e la sua ricchezza. Non è comparabile al palazzo Liberty La Fleur di Fenoglio di Torino, ma offre a tutti noi la sua autenticità. Non deturpiamola per praticità.
*Nella voce “Eclettismo” del Dizionario di Architettura e Urbanistica di Paolo Portoghesi, Roberto Gabetti ne fissa i confini temporali approssimativamente tra il 1815 e il 1890.