La Banca del Vino
Questa settimana ho partecipato a una degustazione di vari tipi di Barolo dell’azienda Enzo Boglietti presso la Banca del Vino a Pollenzo.
La Banca del Vino si trova presso le ottocentesche cantine dell’Agenzia di Pollenzo. Ideata da CarloPetrini alla fine degli anni Novanta, essa custodisce la memoria storica del vino Italiano. I migliori vini della penisola vengono conservati e proposti al pubblico. Ogni giorno sono disponibili 32 etichette, scelte a rotazione fra più di 250 aziende italiane. Questo posto unico al mondo offre sia al neofita sia al connaisseur in vino una chicca enologica a prezzi contenuti.
L’azienda agricola Enzo Boglietti
L’azienda agricola a conduzione familiare Enzo Boglietti nasce negli anni 90 (nel 1991 per la prima volta hanno vinificato le uve provenienti da meno di 3 ettari di vigneti di proprietà). L’azienda produce annualmente circa 100.000 bottiglie con uve provenienti esclusivamente da circa 22 Ha di vigna di proprietà ubicate nei comuni di Barolo, Monforte, Roddino, Serralunga e Sinio. L’azienda ha sede e cantina a La Morra in via Fontane 18a.
Boglietti possiede 5 cru di Barolo: Brunate, Case Nere, Fossati, Boiolo del Comune di La Morra e Arione del Comune di Serralunga.
La Degustazione

Vari Barolo DOCG di Enzo Boglietti
Alla degustazione erano presenti Enzo Boglietti, la figlia Linda e Giancarlo Gariglio (curatore di Slow wine guide)
I Baroli proposti erano:
-Barolo DOCG Fossati* 2016
*Il cru Fossati è di circa 1,5 ha (30% di viti di 60 anni)- 4/5000 bottiglie prodotte
Per l’anno e per il suo modo di vinificazione il 2016 è un Barolo importante, elegante per la finezza e la complessità dei suoi profumi. Un vino ampio e profondo con dei tannini e una freschezza importanti per un lungo invecchiamento.
-Barolo DOCG Boiolo 2013
-Barolo DOCG Case Nere 2013
-Barolo DOCG Fossati 2013
-Barolo DOCG Fossati 2003
-Barolo DOCG Fossati 2008
Vol.14,5% alcol
12 mesi in barriques (40% nuove, 40% secondo passaggio, 20% terzo passaggio), 18 mesi in bottegrande
Esame visivo:
Rosso granato, un po’ velato con dei depositi, consistente
Esame olfattivo:
Intensità: Intenso,
Complessità: ampio
Qualità: fine
Descrizione: Frutti rossi piccoli sotto spirito, erbe aromatiche e humus (terra)
Esame gusto-olfattivo:
Descrizione: frutti rossi sotto spirito, profumo speziati e tostati (caffè, cioccolata), humus e tartufo.
Zuccheri: secco
Alcoli: Caldo
Polialcoli: Morbido
Acidi: fresco
Tannini: Tannico
Sostanze minerali: poco sapido
Equilibrio: Equilibrato
Intensità: Intenso
Persistenza: Persistente (PAI 9)
Qualità:fine
Struttura: Robusto
Stato evolutivo: Maturo
Un vino di grande bevibilità. Profumi intensi, vino avvolgente, fresco, tannico e una persistenza aromatica lunga. Da bere adesso, ma aspettando ancora qualche anno potrà offrire altre stupende sensazioni gustative Lo consiglio vivamente.
Armonia: Armonico
E una piccola chicca offerta da Enzo Boglietti:

Barolo DOCG Case Nere 1995
Barolo DOCG Case Nere 1995
Vol.14,5% alcol
Esame visivo:
Rosso granato riflessi aranciato, un po’ velato con dei depositi, consistente.
Esame Olfattivo:
Intensità:Intenso
Complessità: ampio
Qualità: Fine
Descrizione: frutti rossi sotto spirito, erbe balsamiche, sottobosco (humus, tartufo), speziato. Prevalgono gli aromi terziari come il tabacco, la cioccolata, e il cuoio.
Zuccheri: secco
Alcoli: caldo
Polialcoli: Morbido
Tannini: i tannini sono “polverosi” (non setosi, rimane ancora una bella presenza tannica)
Acidi: abbastanza fresco/fresco (si sento un calo di acidità tra il 2013 e il 1995)
Sostanze minerali: poco sapido
Equilibrio: Equilibrato
Intensità: intenso
Persistenza: persistente/molto persistente
Qualità: Fine
Struttura: Robusto
Stato evolutivo: Maturo (aspettando ancora qualche anno, potrà offrire altre sorprendente sensazioni gustative)
Armonia: Armonico
Un vino maturo, ancora potente, armonioso e ampio.I profumi del Barolo sono ben rappresentati (salvo il floreale). I profumi di frutti rossi sotto spirito e balsamiche calano (in paragone al 2013) ma la complessità dei terziari è notevole. Questo vino mi è particolarmente piaciuto.
(I vini dovevano essere messi nel decanter almeno un’ora o tre prima di essere serviti. Soprattutto il 2008 e il 1995).
Giancarlo Gariglio ha concluso questa degustazione ricordando il famoso scontro tra tradizionalisti e modernisti (I Barolo Boys). I modernisti sono riusciti a dare una svolta importante al Barolo con tecniche vinicole più moderne. Anche se usano la barrique francese anziché le grandi botti in rovere di Slavonia, i Baroli moderni rimangono dei grandi vini con la possibilità di invecchiare a lungo e mantengono una grande complessità nei profumi e nella struttura.
Bisogna concentrarsi su problemi imminenti. Di fronte al calo del consumo di vini rossi in Europa, al riscaldamento terrestre che porta a delle temperature troppo alte e a una penuria di acqua, si aggiungono una nuova fetta di mercato che richiede dei vini dealcolizzati o almeno più leggeri.
Dove andrà a finire il Barolo? Credo che si stiano profilando delle nuove sfide e il problema della barrique o delle grandi botti stia scomparendo.
La Bourgogne in Francia sta pensando di impiantare Nebbiolo, Syrah e Savagnin e reinserire dei vecchi vitigni più resistenti per affrontare le modifiche climatiche. Che faranno i produttori piemontesi?