L’intervallo perduto
«L’atmosfera prodigiosa di Paestum — diceva Dorfles — stimola la mia creatività. L’ambiente, la campagna, hanno una qualità talmente eccezionale che incitano alla creazione. Quando vengo a Paestum la voglia di dipingere e di scrivere viene eccitata».
Paestum, il Cilento, luoghi magici e antichi, erano propizi alla “pausa”, un concetto caro a Dorfles. Egli affermava che “…una pausa tanto nell’arte quanto nella vita contribuisce a risanare la nostra civiltà smarrita”.
In un’intervista della Rai intitolata “Essere nel tempo”, Dorfles riprese il suo libro “L’intervallo perduto” (Einaudi 1980) e condivise la sua analisi sulla società degli anni 70/80:
“Viviamo in un’epoca talmente sopraffatta da immagini, da suoni, da musiche, da rumori, da traffico che è quasi andata perduta la possibilità di una sosta; una sosta sia nel nostro modo di essere, di vivere sia nel nostro modo di accettare, di fruire dell’opera d’Arte. Soltanto ritrovando questo intervallo, appunto perduto, soltanto riacquistando una possibilità di pausa sia nella vita di tutti i giorni sia nella creazione dell’artista, sarà possibile eliminare almeno alcuni dei gravi difetti, alcuni degli impacci della nostra civiltà attuale”.
L’azienda San Salvatore 1988
Nel 2003 Dorfles conobbe Giuseppe Pagano dell’azienda San Salvatore 1988, produttore di vini pregiati. Diventarono amici. Nell’estate del 2010, l’artista Dorfles, dopo avere apprezzato un vino a base di Aglianico (proveniente da una selezione clonale di Aglianico del Cilento, un clone disperso negli anni e recuperato), realizzò 12 disegni che abbellirono in seguito le etichette del vino emblematico dell’azienda San Salvatore 1988 IGP Paestum “Omaggio a Dorfles”.
In un’intervista del febbraio 2018 di Aldo Cazzullo, Dorfles rivelò le sue prelibatezze culinarie preferite come gli gnocchi alla romana, i carciofi, i tartufi, i fritti e sul vino egli confessò: “Ho una passione per il Cannonau”.
Nella storia dei vitigni, il Cannonau e l’Aglianico sono antichissimi. Il Cannonau proverrebbe dall’Oriente e l’Aglianico sarebbe stato introdotto dai greci. Due antichi popoli in cui l’uomo era “posto di fronte a una situazione del tutto opposta a quella odierna, quella cioè di un immenso spazio-tempo da colmare.” (L’intervallo perduto). Oltre al piacere che ne traeva, il Maestro risentiva forse nel bere questi vini ricchi, potenti e antichi quest’immenso spazio-tempo scomparso da tempo.
La degustazione
Gillo Dorfles IGP Paestum Aglianico 2016 Azienda San Salvatore 1988
Esame visivo: rosso rubino scuro, limpido, consistente
Esame olfattivo: profumi intensi, vino complesso e di qualità fine
Descrizione:
Frutti rossi e neri: ciliegie sotto spirito, marmellata di ribes neri e mirtilli. Vegetale: rosmarino, ginepro. Speziato: pepe, vaniglia, tabacco biondo, liquirizia, cioccolato extra dark e delle note affumicate.
(retrolfazione: gli aromi si intensificano)
Esame gusto-olfattivo:
Vino secco, fresco, caldo, morbido, sapido, tannico
Vino equilibrato, intenso, persistente , di qualità fine. Vino corposo, armonico
Stato evolutivo: pronto, ma con la possibilità di invecchiare ancora varie anni.
Da caraffare prima del consumo
Temperatura servizio: 16/18
Un vino per un’occasione speciale, un vino festivo, da gastronomia.
Da abbinare con selvaggina, agnello, formaggi stagionati
Conclusione:
Un vino magnifico, potente, ricco. La forza dei suoi tannini, la sua freschezza e il suo tenore alto in alcol si equilibrano armoniosamente, offrendo al palato un’opulenza negli aromi e un’eleganza nella sua struttura. La sua lunga persistenza aromatica e gustativa finisce su note terziarie e sulla sapidità, inebriando i sensi.
Degustando questo Aglianico, capirete concretamente il concetto di “pausa” di Dorfles: ogni sorso svela l’intervallo perduto.