Leggendo un articolo su vino e cinema in una rivista specializzata in enologia sono rimasta un po’ perplessa dallo stile letterario della giornalista. L’articolo sembrava appena uscito da una domanda semplice fatta a ChatGPT o ad altri programmi di scrittura. Si trattava di uno scritto corto su un film di Antonio Padovan del 2017 “Finché c’è Prosecco c’è speranza”. La giornalista metteva in luce l’affascinante connubio tra il mondo del vino e il cinema. Coraggioso compito che necessita di una buona e forse ottima cultura cinematografica e una conoscenza importante in enologia. Ci vuole anche una grande voglia di fare ricerche e passare tempo a scrivere qualcosa di sorprendente e di interessante. Il corto articolo doveva creare un legame tra il film di “Finché c’è Prosecco c’è speranza” il Prosecco e la regione Veneto. Ma già dalle prime righe si notava l’impronta dell’ l’IA nello stile e nella struttura del testo. L’elaborato rimaneva senza profondità e molto superficiale. Il modo di sviluppare il tema era scolastico senza figure retoriche.Probabilmente la giornalista usò uno o due prompt molto semplici aggiungendo qualche frase sua per “scrivere” quest’articolo.
Ho provato un po’ per gioco a elaborare qualche prompt su ChatGPT 3,5 per scoprire le sue proposte e varie frasi uguali o molte simili all’articolo sono apparse.
Autore: “La campagna, con i suoi campi lunghi e le colline ricamate di vigneti, è un tributo visivo alla bellezza naturale e alla cultura enologica della regione. La fotografia di Massimo Moschin intensifica questa esperienza, dipingendo i paesaggi con tonalità autunnali che evocano i capolavori dei maestri della pittura veneta*.”
ChatGPT:“La fotografia, con i suoi toni caldi e autunnali, sottolinea la bellezza del territorio veneto, rendendo omaggio alla sua storia e alla sua tradizione vinicola.”
(* Se si citano dei maestri della pittura veneta sarebbe opportuno dare un esempio. Almeno uno. Tintoretto? Veronese? Bassano? Bellotto? Canaletto?Milesi?)
Autore:“Finché c’è prosecco c’è speranza” non è solo un mistero ben congegnato ma anche un omaggio alla cultura del vino e alla bellezza delle terre venete.
ChatGPT:”Finché c’è prosecco c’è speranza” non è soltanto un film, ma un inno alla cultura del vino e alla bellezza del territorio veneto.
Per essere ancora più sicura ho ricopiato un passaggio dell’articolo su ChatGPT3,5 ed gli ho chiesto se questo testo fosse stato elaborato con l’IA.
Ecco la sua gentile risposta:
“Il testo che hai fornito presenta un linguaggio e una struttura che potrebbero essere simili a quelli utilizzati da ChatGPT o altri modelli di intelligenza artificiale per generare contenuti. Tuttavia, senza ulteriori dettagli o metadati, non posso confermare con certezza se sia stato scritto da ChatGPT o da un altro autore. Il testo mostra un focus sull’esperienza sensoriale del film e fa riferimento alla trama, il che è coerente con lo stile delle risposte fornite dai modelli di linguaggio AI quando si analizzano film o libri.”
Il passaggio che mi ha messo la pulce nell’orecchio è il seguente:
“La produzione del vino, con suo lento processo di maturazione, è specchio perfetto delle indagini condotte dall’ispettore Stucky, interpretato con maestria da Giuseppe Battiston. La sua calma e ponderazione ricordano la pazienza necessaria per creare un Prosecco di qualità, e la regia di Padovan cattura questa essenza in ogni scena.”
Il testo mette in evidenza correttamente le tre analogie in due frasi ma non ha espressività, personalità.
Non critico l’IA e ogni tanto la uso per delle correzioni o per cercare dei titoli SEO. Ma attenzione: più la usi e meno hai voglia di scrivere. In 10 secondi risparmi ore di lavoro.
Se un articolo inserito in una testata specialistica viene elaborato con l’IA è veramente interessante e utile leggerlo? Informa? Insegna? Emoziona? Non credo.
Non citerò il nome della rivista e la giornalista per evitare polemiche. La scrittura con l’aiuto dell’IA è un fatto comune e mondiale. Negarla sarebbe un errore.
Ma l’IA è come il vino: deve essere “consumata” con intelligenza e moderazione sennò si perde la testa.
Ottimo articolo Valerie! Non so se l’autore dell’articolo in questione è “stato guidato” dall’AI ma di sicuro condivido le riflessioni sul suo utilizzo. L’AI deve essere uno strumento facilitatore, non può sostituirsi all’uomo e limitarne l’atto creativo