l Salon des Vins des Vignerons Indépendants di Strasburgo è un evento molto diverso dalle nostre fiere italiane. Fin dal parcheggio, si percepisce un’atmosfera particolare: numerosi pullman provenienti dalla Germania e visitatori muniti di carrelli (forniti dagli organizzatori) che trasportano casse e casse di vino acquistato direttamente in loco.

salon des vins des vignerons indépendants Strasbourg
Gli stand gastronomici offrono un’esperienza sensoriale completa: bar a ostriche, foie gras e salumi permettono ai visitatori di abbinare i vini a cibi appetitosi. Un’alternativa decisamente più interessante rispetto ai classici tramezzini o alle piadine troppo cotte che spesso troviamo nelle fiere italiane.
La quantità di visitatori era impressionante, al punto che sono riuscita a degustare solo pochi vini: avvicinarsi ai banchi era quasi impossibile! Ho scelto di concentrarmi sui vini alsaziani, sulle novità e su alcuni piccoli produttori.
Luc Faller
Riesling Terroir Fruenmess 2019
Vitigni: 100% Riesling (vigne vecchie di 65 anni)
Colore: Giallo paglierino
Profumi: Intenso, elegante e complesso, con note di agrumi (pompelmo, cedro), idrocarburi e sentori balsamici
Gusto: Mineralità immediata, seguita da una piacevole freschezza. Struttura calda e morbida.
Riesling 2021 – Metodo Natura (vigne di 35 anni)
Una sperimentazione dello stesso vino in due versioni:
1. Senza solfiti: più espressivo al palato, con aromi più intensi. La freschezza è più contenuta, mentre la mineralità è meno marcata. Nel complesso, un vino più delicato e morbido.
2. Con solfiti: il vino appare più chiuso, con minore espressione aromatica. L’acidità è più tesa.
Parlando con il produttore Luc Faller, ci siamo chiesti come il suo Riesling senza solfiti evolverà nei prossimi 10 anni. È necessario costruire una nuova proposta di vino, passo dopo passo per evitare errori irrimediabili.
Per quanto riguarda le malattie della vite e il cambiamento climatico, Faller ha notato che le sue vigne coltivate in biodinamica sono più resistenti rispetto a quelle trattate chimicamente, che risultano più deboli.
I suoi vini sono distribuiti in Italia dall’enoteca H2NO di L’Aquila.
Céline Metz
Le Baiser de Chloé 2019
- Vitigno: 100% Pinot Nero (vigne di 40-60 anni)
- Vinificazione: Macerazione sulle bucce per un mese, affinamento di due anni in barrique da 228 L
- Profumi: Piccoli frutti neri, spezie (pepe e vaniglia), cioccolato
- Gusto: Fresco, energico, complesso, di grande finezza
- Abbinamenti: Carni rosse, formaggi, salumi
Crémant d’Alsace Brut Nature 2021 (BIO)
- Vitigni: Pinot Bianco (60%), Pinot Auxerrois (30%), Riesling (10%)
- Alcol: 12% vol
- Dégorgement: gennaio 2025
- Colore: Giallo paglierino chiaro con riflessi color fiore di pesca
- Perlage: Fine, numeroso e persistente
- Profumi: Fiori bianchi, agrumi (limone), note minerali
- Gusto: Fresco, morbido e fine, con il Riesling che conferisce eleganza
- Abbinamenti: Perfetto per l’aperitivo con Parmigiano, Asiago, pasta ai frutti di mare o lasagne al salmone
- Garde: 5-7 anni dopo il dégorgement

Céline Metz
Riesling Grand Cru Winzenberg 2019
- Vitigno: 100% Riesling
- Alcol: 13% vol
- Profumi: Agrumi, mela cotogna, mango, con leggere note di idrocarburi
- Gusto: Secco, fresco, minerale, con lunga persistenza aromatica
- Abbinamenti: Risotto agli scampi, pasta con cicale di mare
Céline Metz è una produttrice brillante, alla costante ricerca di nuove espressioni del vino nel rispetto del suo terroir. Ho apprezzato la sua gentilezza, vivacità e disponibilità. È membro dell’associazione nazionale Femmes de Vin, in cui rappresenta l’Alsazia.
Vins Meyer – Virginie e Pierre-Yves
Ringrazio Virginie Meyer e suo figlio per la loro accoglienza calorosa. Sul loro sito compare una frase che riassume la loro filosofia di rispetto per la terra e le generazioni future:
“La terra non la ereditiamo dai nostri genitori, la prendiamo in prestito dai nostri figli.”
La loro filosofia è chiara: “Non fare niente o quasi!” (Certificati bio dal 2022).
Sylvaner In-Ô-Sens
Un vino particolare, prodotto da un antico vitigno di Sylvaner rosato riscoperto in una vecchia parcella del nonno di Pierre-Yves Meyer. Produzione limitata a circa 400 bottiglie/anno.
- Vinificazione: Fermentazione con grappoli interi in giare, pressatura tradizionale senza zolfo né filtrazione
- Profumi: Pera matura, torta di mele, mela cotogna, sambuco
- Gusto: Fresco, fruttato e immediato
- Abbinamenti: Pesce, aperitivo, sushi (il cibo asiatico è perfetto con questo vino!)
L’etichetta è divertente: ci ho messo un po’ a capire il collegamento tra l’immagine di un uomo nudo visto di schiena e il nome del vino! Per curiosità, potete chiedere spiegazioni a valeriehumbert@riflessodivino.it.

In -O-Sens
Bernard Humbrecht – Jean Bernard et Fils
Riesling Grand Cru Goldert 2021 (demi-sec)
- Terreno: Calcareo
- Vigne: Vecchie viti (+30 anni), uno o due grappoli per ceppo
- Vendemmia: Tardiva per raggiungere una leggera surmaturazione
- Fermentazione: Classica, intorno ai 20°C (mai sotto questa temperatura per evitare la formazione di aromi indesiderati)
- Affinamento: Il vino rimane sur lies fino alla primavera per ottenere maggiore complessità aromatica
- Colore: Giallo dorato brillante
- Profumi: Frutta gialla (pesca, ananas), frutto della passione
- Gusto: Fresco, complesso, equilibrato, morbido, con lunga persistenza in bocca
- Garde: 5-7 anni
Château Haut Coteau – Bordeaux (Famille Brousseau)
Ho concluso con un Bordeaux della Famille Brousseau – Château Haut Coteau, situato nelle Graves (una zona collinare di circa 300 m s.l.m., che conferisce al vino potenza e robustezza). La figlia, Fiona Brousseau, mi ha raccontato con entusiasmo il nuovo progetto Mystic. Una persona brillante, simpatica e piena di energia! Ascoltarla è stato un vero piacere.
Mystic
- 50% Cabernet Sauvignon
- 40% Merlot
- 8% Cabernet Franc
- 2% Petit Verdot
Nel 2018, il figlio del proprietario ha deciso di modificare leggermente l’affinamento classico del Bordeaux: il 70% del vino viene affinato in barrique nuove, mentre il restante 30% in anfore da 750 litri. Ne producono circa 2000 bottiglie, battezzandolo Mystic.
Ho assaggiato sia il vino affinato al 100% in barrique, sia il Mystic e devo dire che questa cuvée speciale mi ha conquistata.
Al naso, il lato fruttato è più marcato e il vino risulta più avvincente. Mantiene struttura e ricchezza, ma ha un accesso più morbido rispetto alla versione totalmente barriccata. Lo trovo più fine ed equilibrato: la nota empireumatica è meno dominante, lasciando maggiore spazio al frutto, alle note floreali e vegetali.
Un vino lusinghiero, gourmand, da scoprire assolutamente! Un Saint-Estèphe in chiave moderna, con una forte impronta del terroir.
Infine, sono andata a fare l’alcol test prima di uscire: risultato 0,4. C’est OK!