Barolo Monvigliero 2021 Fratelli Alessandria Verduno (CN)
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Monvigliero o Monprivato?
Questo interrogativo è un leitmotiv ricorrente, ozioso e divertente, nelle mie conversazioni telefoniche e nei miei incontri in cantina con il mio vecchio e caro amico Fabio Alessandria, che in quel paesino splendido che è Verduno, a poca distanza da La Morra (solo 900 abitanti, tra cui il vignaiolo che dà del tu alle sue uve Nebbiolo, Barbera e Dolcetto, e il bravo macellaio Garello che per me è uno dei migliori di tutta la Langa) conduce, con la madre e il padre (la sorella fa l’architetto…) la storica azienda Comm. G.B Burlotto, dotata di etichette Old Style inconfondibili.
Quante risate tra me, interista, e Fabio, che come Enzo Brezza è “rubentino”! E a volte anche qualche insana incazzatura da parte sua quando io affermavo che il suo Monvigliero è buonissimo, anzi super, come il Rosato Elatis, la Freisa, la Barbera d’Alba, i Barolo Cannubi e Acclivi (questo ottenuto dalle vigne più giovani di Verduno) ma che il Monprivato è superiore e gioca in un altro campionato.
“Dai Fabio, ammettilo che non c’è gara tra i due, il Monprivato di Mauro Mascarello, da una vigna “sacra” in Castiglione Falletto, è superiore!”
E lui come si adirava e una volta per un mese non volle più parlarmi al telefono…
Dunque, quale sia il migliore tra il Barolo Monprivato e il Barolo Monvigliero, lasciamo ai posteri l’ardua sentenza.
Io non ho dubbi, sempre Monprivato, il vino del mio cuore. E passiamo a occuparci, con grande gioia, di un altro Barolo Monvigliero, di annata 2021, che quando l’ho stappato mi piangeva il cuore, perché bere un Barolo di solo quattro anni è un sacrilegio. Un po’ perdonatemi, soprattutto le signore, la metafora un “peu cochon”, fare l’amore con una bambina di dieci anni… Beh, superati imbarazzo e vergogna, ho stappato, ho versato lentamente il vino nel bicchiere, nel mio caso il Wine Wings di Riedel calice da Pinot nero e Nebbiolo in cristallo che su internet costa euro 22 a pezzo e che io invece ho avuto in regalo, scatolone da 6 pezzi dalla bella, simpatica e un po’ maliziosa Rossana, seconda figlia di “Le Roi” Angelo Gaja, l’Imperatore del Barbaresco, autore anche di ottimi Chardonnay e Sauvignon.
Uno spettacolo già vederlo disporsi con placida lentezza sulle pareti e ancor più, in un crescendo rossiniano, osservarne il colore, rubino granato, luminoso splendente “nebbiolosamente nebbioloso” e senza traccia di uso di concentratore, della odiata barrique o, peggio ancora, di piccole parte di Cabernet e Merlot, come usavano, fare, da cialtroni quali erano, i cosiddetti “Barolo Boys” che avevano come guru esplicito un rinocerontesco moscatista…un vignaiolo di La Morra elevato alla “Gloria” dell’Altare e un notissimo produttore di Barbaresco, tale A.G., come guru e ispiratore occulto…
Il naso è dolcemente, soavemente, elegantemente e inconfondibilmente “nebbioloso” con meravigliosi delicati aromi di lampone, rosmarino, cacao in polvere, terra bagnata, viole e liquirizia (leggetevi quel libro capolavoro che è Di Viole e Liquirizia di Nico Orengo!),
Una delicatezza estrema anche passati alla fase gustativa, suadenza senza spigoli e sensuale, tannini soffici, gusto largo, pieno, goloso, con grande morbidezza e persistenza lunga, carnoso come i seni di Manuela Arcuri o di Belen Rodriguez…
Acidità ben bilanciata, profondità, calore, ampiezza.
È molto giovane e aprirlo forse è stato un delitto enoico, ma quanto è buono!
E bravo Vittore, spillungone dalla voce potente, sei proprio bravo, standing ovation, oreyas y musica!
Su internet lo trovate intorno ai 100 euro, ma no fate i tirchi, spendenteli quei soldi, questo Barolo vale davvero.
E in Bourgogne con 100 euro compreresti solo dei Bourgogne Villages, ordinaires, mica un vino come questo degno di uno Gevrey Chambertin!
Abbinamento musicale:
You make me smile” dei Simply Red o Douce France di Charles Trenet (in questo caso Douce Langa!)