Moscato d’Asti 2024 Azienda Agricola G.D Vajra – località Vergne (Barolo)
Ma non mi verrà mica il diabete a furia di mangiare, ma che dico, fare scorpacciate di dolci?
Va ben che non avendo per il momento (molto lungo, ahimé…) una Lei con cui scambiare coccole e tenerezze guardandola negli occhi e tenendole la mano (il sesso non è indispensabile e semmai verrà naturale… ) come fossimo fidanzatini di Peynet, devo compensare…Ma accidenti, non faccio che mangiare, e non solo a colazione o per il rito del Thé at Five Hours pm, biscotti di ogni tipo, brioches, wafers, crostatine, merendine, ecc. Ieri, giorno di Pasquetta. Sono addirittura corso, in bicicletta of course!, alla Pasticceria Oscar (come Farinetti o il Mazzoleni del Ristorante Carroponte…) in fondo al paese di Stezzano (BG) e mi sono fatto un bel cabaret con 12 paste. Bignè, cannolini, il”violino”al cioccolato, nù babà, diplomatica, meringa con panna ecc.
E alle 17 tornato da una lunga bike promenade da Stesà a Berghem (un po’ di patois non stona o di bergheimer slang…) dove mi sono fermato per una coppetta alla mitica Gelateria Gemma in Borgo Palazzo (c’è sempre la fila, ma portate con voi un libro di Camilla Baresani, magari Gelosia o Gli Sbafatori, per ingannare l’attesa…) mi sono buttato sulle paste e le ho fatte “sparire” in pochi minuti (11 euro…). Ovvio che con tutti questi dessert non passa che aver voglia di bere un mio vino da dessert! Niente passiti (a Napoli dicono scurdanmore ‘o passito...) anche se uno Reciotto della Valpolicella delle Ragose e un Aleatico dell’Elba della Fattoria Le Ripalte (dove andavo con una mia cara amica, e non solo…, nata a Varsavia) e in cantina uno Sauternes Château Guiraud...Io adoro il Piemonte e quindi via di Moscato d’Asti a tutto spiano, come se piovesse!
Ne ho bevuti tanti. Ho scritto già quale meraviglie mi abbia regalato un 2020 di Paolo Saracco trovato casualmente nella mia fornitissima cantina che conservo con porta blindata. Ho scritto del Moscato dei Fratelli Rabino di Santa Vittoria d’Alba (ottimi anche i loro Roero Arneis, Favorita, Barbera e Nebbiolo d’Alba…) e ho perso il conto di quanti pezzi abbia dedicato al Moscato d’Asti “normale” e alla selezione La Galeisa del mio vecchio amico Romano Dogliotti nonché dell’Asti Spumante DOCG La Selvatica (con etichetta del “grappaiolo angelico” Romano Levi). Oggi voglio celebrare un altro Moscato d’Asti eccezionale, quello di Milena, Aldo (e numerosa famiglia) Vajra, che hanno la loro cantina nella frazione Vergne sopra Barolo. I loro vini sono tutti molto buoni, dal Barolo Bricco delle Viole, al Dolcetto d’Alba Coste&Fossati, alla Freisa Kyè, al Riesling renano a un metodo classico Rosé uvaggio Nebbiolo e Pinot nero.
Ma il loro Moscato d’Asti, da uve che arrivano da un Terroir super vocato come Mango in provincia di Cuneo, è fuori concorso.
Pura crema, pura armonia e polifonia di profumi, (moscatati, di pesca bianca, salvia, mele d’acacia, meringa, agrumi), un gusto dolce in modo calibrato, con una vena di sale che dà energia alla beva e invita a riempire il bicchiere. Un Moscato dissetante, perfetto in abbinamento a panna cotta, bunet, torta di nocciole, piccola pasticceria, colomba artigianale o pandoro con lo zabaione caldo, panettone (che io mangerei tutto l’anno) piccoli frutti di bosco…Allora Moscatate a tutto spiano, care lettrici! Baci…
Abbinamento musicale: How Sweet it is ( to be loved by you) di James Taylor
Illustrazione fotografica: Le Baiser di Robert Doisneau.