Azienda vinicola Masùt da Rive
La terza cantina che ho visitato in Friuli, precisamente a Mariano del Friuli, è stata Masùt da Rive.
Sono stata accolta da Roberta, una ragazza preparata e disponibile, che mi ha raccontato la storia dell’azienda e dei suoi vini.
Purtroppo non ho avuto l’occasione dialogare con Fabrizio e Marco Gallo, e quindi non ho potuto raccogliere quei dettagli preziosi che avrebbero potuto arricchire ulteriormente il mio articolo.
All’inizio del Novecento, la famiglia Gallo si dedicava all’allevamento, alla produzione di cereali e anche alla viticoltura (Tocai, Malvasia, Merlot e Cabernet Franc/Carmenère).
Nel 1975, Silvano Gallo iniziò a imbottigliare circa 5.500 bottiglie di Carmenère e nel 1987 chiuse la stalla, trasformandola in cantina.
Decise di concentrarsi sui vitigni bianchi monovarietali tipici della zona e su vitigni internazionali.
Nella vallata dell’Isonzo, a circa 35 m s.l.m., si trova l’azienda. A nord (nelle Rive Alte) il suolo è di medio impasto, costituito da argille e dal riporto delle terre rosse carsiche, ricco di ioni ferrosi, con ghiaia sul fondo (si tratta dei cosiddetti “terreni ferreti”).
La valle, semi-aperta, beneficia della brezza marina e dei venti provenienti dalla Slovenia, che contribuiscono a eliminare l’umidità.
L’azienda coltiva circa 32 ettari di vigneti e ha una capacità produttiva di circa 150.000 bottiglie all’anno. È famosa per i suoi bianchi, con una produzione suddivisa in 60% bianchi e 40% rossi.
Per mia scelta, mi sono concentrata sulla degustazione dei rossi.
Ero particolarmente interessata a scoprire come si esprima il Pinot Nero in questa parte d’Italia.
Il primo vino – anche se bianco – è stato:
*Il nome Maurus proviene dal toponimo in cui è impiantata la vigna.
Solo il Maurus Chardonnay viene vinificato in barriques di legno da 300 litri. Non svolge la fermentazione malolattica.

Maurus Chardonnay
Maurus* Chardonnay 2022 (ottima annata)
- Alcol: 14,5% vol.
- Colore: giallo paglierino brillante
- Naso espressivo: agrumi, fiori bianchi, vaniglia
- Bocca: avvolgente, fresco, morbido, minerale e sapido
- Lunga persistenza, finale fruttato e fresco
- Non ha svolto fermentazione malolattica. Vino verticale, senza residui zuccherini.

PinotNero White label
Masùt da Rive Pinot Nero White Label 2022
- Età dei vigneti: 28 anni
- 100% Pinot Nero
- Colore: rosso rubino leggermente scarico
- Naso: piccoli frutti rossi (more, lamponi), liquirizia, leggere note legnose
- Bocca: tannini vellutati, buona freschezza, struttura media
- Buona persistenza aromatica e gustativa
Sassirossi 2022 – DOC Isonzo del Friuli (circa 30.000 bottiglie prodotte/anno)
- 60% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon
- Alcol: 13,5% vol.
- Vinificazione in acciaio, affinamento 12 mesi in barriques francesi
- Colore: rosso rubino profondo
- Naso: vegetale, piccoli frutti rossi e neri, floreale
- Bocca: tannini ben presenti, freschezza importante ma equilibrata
- Vino corposo, ottima bevibilità, immediato, fresco
- Pulsante in bocca, finale sui tannini
- Vino da provare assolutamente. Mi è piaciuto molto.

Semidis Masut
Semidis* Masùt – DOC Isonzo del Friuli 2020
Prodotto solo nelle annate migliori. Semidis* è il toponimo in cui si trova la vigna più antica di Merlot.
- 100% Merlot
- Raccolta manuale
- Alcol: 14% vol.
- Bottiglia curata (peso del vetro 800 g, bordolese, sigillo rosso con testa di gallo, etichetta con la scritta: “Non c’è moda in questo vino, solo annata, rispetto e scelte precise che lo rendono ciò che è”)
- Età dei vigneti: circa 40 anni
- Due anni di affinamento in barriques francesi nuove da 300 litri
Degustazione del Semidis:
- Colore: rosso rubino intenso
- Naso: piccoli frutti rossi, floreale (peonia), pepe nero, cioccolato fondente
- Bocca: tannico, potente, fresco, caldo e sapido
- Equilibrato, strutturato, lunga persistenza aromatica e gustativa
- Un vino raffinato, pregiato, di grande bevibilità. Vin de garde. Mi è piaciuto particolarmente.
Ma torniamo al Pinot Nero, che ero curiosa di esplorare.
I vitigni provengono da 10 cloni francesi.
Etichetta Nera (Black Label) Masùt, zona del Pinot Nero più vecchia.
I primi vitigni di Pinot Nero vengono impiantati nel 1985 e le prime bottiglie prodotte nel 1990.
(Dal 2020, l’azienda ha una nuova cantina dotata di moderne attrezzature.
Tra queste, una nuova diraspatrice (Volontieri Pellenc – forse la Integral Winery) che effettua una selezione quasi certosina degli acini.
Utilizzo del tino tronco-conico in legno dell’azienda Garbellotto.
Dal 2022 è stato introdotto un nuovo Pinot Nero, con una produzione limitata di 400 bottiglie e 150 magnum.
Affinamento: 2 anni in barrique da 300 litri e 1 anno in bottiglia.)
Masùt da Rive Pinot Nero 2020 – Black Label – Riserva
- Età dei vigneti: 35 anni
- Alcol: 14% vol.
- La vinificazione a strati viene effettuata nel tino tronco-conico in legno dell’azienda Garbellotto
- Affinamento: 100% legno nuovo
Degustazione:
- Colore: rosso rubino intenso e uniforme, abbastanza denso
- Naso: bell’intensità dei profumi:piccoli frutti rossi sotto spirito, note eteree, leggere note di smalto, di speziate: vaniglia, pepe, e di legno
(Il lavoro in cantina è evidentemente molto curato per ottenere una tale precisione aromatica) - Qualità elegante, vino che evolve nel calice
- Bocca: salinità immediata, caldo, acidità e tannini ben integrati
- Vino strutturato, espressivo del territorio, festivo, di nicchia, vin de garde
(Dal 2020, l’azienda ha una nuova cantina dotata di moderne attrezzature.
Tra queste, una nuova diraspatrice (Volontaire Pellenc – forse la Integral Winery) che effettua una selezione quasi certosina degli acini.
Utilizzo del tino tronco-conico in legno dell’azienda Garbellotto.
Dal 2022 è stato introdotto un nuovo Pinot Nero, con una produzione limitata di 400 bottiglie e 150 magnum.
Affinamento: 2 anni in barrique da 300 litri e 1 anno in bottiglia.)

Pinotnero Faiveley/Masùt
Confronto con: Faiveley Bourgogne Pinot Noir 2022
- 100% Pinot Nero
- Vendemmia a mano, parcelle della Côte de Nuits
- Affinamento: 12–14 mesi in botti di rovere + qualche mese in bottiglia
- Colore: rosso rubino scarico, meno denso
- Naso: piccoli frutti neri freschi, legno, spezie
- Meno immediato, più chiuso all’inizio, ha bisogno di decantazione
- Con il tempo emergono note di terra bagnata, muschio – tipiche di climi più freddi
- Intensità: media-alta
- Aromi: frutti rossi freschi, spezie, humus
- Tannini vellutati, acidità fresca
- Un Pinot Nero delicato, meno materico
- Profumi classici della Borgogna
- Meno opulento, più riservato, ma con una finezza e complessità che lo rendono un riferimento per l’espressione territoriale
Essendo molto legata alla Borgogna, ritengo che la massima espressività del Pinot Nero si raggiunga proprio lì: un vino che sa essere delicato e intenso, inafferrabile e profondo.
Al contrario, trovo il Merlot perfettamente integrato nei terreni friulani: può dare origine a vini eccezionali. Ma, naturalmente, questa è una mia opinione personale.
Qualche tempo fa lessi sul profilo di Thomas Frank, miglior sommelier d’Europa nel 2000, una degustazione poetica e precisa del Pinot Nero della Borgogna:
Una foresta dopo la pioggia,
una luce soffusa,
un soffio d’aria fresca tra i rami,
qualcosa di misterioso ma rassicurante…
E se dovessimo descrivere il Pinot Nero del Masùt?
Una terra rossa e bianca,
una luce eclatante,
un soffio fresco tra due paesi,
qualcosa di incongruo ma sorprendente…
P.S.: Nella cantina Masùt erano presenti bottiglie di grandi vini bordolesi, borgognoni e italiani: sarebbe stato un vero piacere poterli degustare. Ottime scelte!