Signori miei, quando leggo certi “articoli” pubblicati su carta o online (poca differenza) non posso che chiedermi (eppure sono un vecchio cronista del vino e non dovrei sorprendermi di nulla)! Mia questo è ancora giornalismo, oppure è market(+)ing?
L’interrogativo (sono un pò cattivello, ho quasi 69 anni) mi è scattato leggendo il testo pubblicato ieri da Vanity Fair.it, opera del signor Maurizio Bertera (lo conoscete? Io no…) dedicato a Roberta Ceretto, definita “presidente di una delle aziende simbolo del Terroir..(quale non è indicato, chissà perché) impegnata su vari fronti per proseguire la Storia di famiglia e cambiare, senza forzatura, il mondo del vino…Buum!!
Basterebbe già questa introduzione per capire che siamo andati ben oltre il concetto di giornalismo e che siamo entrati nel mondo, nel linguaggio, nello “stile” delle pubbliche relazioni…
Nulla contro i Ceretto, cantina a San Cassiano di Alba e tenute nella zona del Barolo, del Barbaresco e del Roero: li conosco dal 1983, quando il Sor Bertera, classe 1964, milanese (e milanista, peggio per lui…) già collaboratore della guida dell’Espresso e poi pure del Gambero Rosso, articolista di GQ e Gazza Golosa, dove scrive di automobili, aveva 18 anni. Roberta Ceretto mi è pure simpatica, meno i suoi fratelli, decisamente di più il padre e lo zio Bruno, ma accidenti, Bertera lavora per i lettori o per la Ceretto? Ai miei lettori la Risposta…FZ