Conosco da anni e apprezzo moltissimo i vini, Barolo in primis, del Castello di Perno, azienda di Monforte d’Alba (bellissimo villaggio dove ci sono anche le cantina di Elio Grasso, Piero Benevelli, Elio Sandri, Ferdinando Principiano, Giovanni Manzone, Cascina Amalia, Giacomo Fenocchio, Fortemasso, Tenuta Arnulfo e tanti altri… E il mio ristorante del cuore in Langa, Felicin, del mio amico carissimo Nino Rocca.
Il proprietario è Gregorio Gitti, professore universitario, già parlamentare e tante altre cose importanti… Ora Gitti, che adesso si è messo a produrre anche Alta Langa Docg Dosaggio Zero (uvaggio composto al 90% da Pinot nero e 10% di Chardonnay), e i cui sono distribuiti da Pellegrini Spa, ha deciso di proporre un nuovo vino, che è uscito da poco dalla bellissima cantina ospitata in un castello che è anche sede di eventi culturali e mostre d’arte.

foto Ziliani
In etichetta si legge solo Vino rosso 2023 ma questo Ciama n’aut è a tutti gli effetti un ottimo Dolcetto d’Alba, buonissimo come tutti i vini dell’azienda, Langhe Nebbiolo, Barolo Castelletto, Barolo Perno, Barolo Perno Riserva, Langhe Nascetta, Barbera d’Asti e Nizza Docg. Io che sono un barolista tradizionalista senza esitazioni, come ho raccontato in questa intervista, apprezzo molto la filosofia barolista dell’azienda, che prevede affinamento non in barrique (deo gratias!)) ma in botti da dieci, venti, cinquanta e settantacinque ettolitri di rovere austriaco Stockinger. E anni fa scrissi un articolo di cui potete leggere l’incipit qui.
Tornando al Ciama n’aut va detto che Il nome dialettale significa “sorpresa” e il vino è fatto all’antica con pigiatura delle uve con i piedi. Come mi ha raccontato il professor Gitti, questa pigiatura è una grande occasione di festa (alla quale il prossimo anno mi piacerebbe tanto partecipare…).
Abbinato a una serie di ottimi formaggi di Langa, che di ritorno da una splendida gita a Montisola ho acquistato sabato 13 a Iseo, dalle sorelle Bonardi nella loro bottega in via Mirolte (dove esiste sempre l’indimenticabile Osteria Il Volto che fu il regno del grandissimo cuoco, allievo di Gualtiero Marchesi, Vittorio Fusari purtroppo scomparso nel 2020) me lo sono proprio gustato…
Colore rubino violaceo intenso, profondo, un naso inconfondibilmente langhetto, viole, liquirizia nera, pepe nero, erbe aromatiche, ciliegia. In bocca ti conquista immediatamente: avvolgente, carnoso, succoso, con un frutto generoso ravvivato da una perfetta acidità.
Insomma, un vero capolavoro! Grazie Professore e grazie ai miei amici Pietro ed Emanuele Pellegrini che mi hanno fatto avere una bottiglia perché potessi degustarlo.Chapeau !
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