Lo scorso luglio ho incontrato il produttore Mauro Mascarello e i suoi figli, Elena e Giuseppe, presso la sua cantina a Monchiero. La figlia Elena mi accolse e mi accompagnò subito nella sala di degustazione. Sul tavolo, varie bottiglie appena riempite, senza etichette, ci aspettavano. Ecco i vini assaggiati:
- Dolcetto d’Alba DOC Vigna Bricco Mirasole (in Castiglione Falletto), annata 2023
- Barbera d’Alba DOC Scudetto, 2022
- Langhe DOC Freisa Toetto (in Castiglione Falletto), 2023
- Langhe DOC Nebbiolo (in Castiglione Falletto), 2023
- Barolo DOCG Monprivato, 2021
- Barolo DOCG Monprivato Riserva, 2017
Dopo più di un mese dall’incontro, desideravo condividere le mie note, ma mi sembra superfluo. Penso che basti connettersi online e leggere le numerose degustazioni scritte su siti o dai bloggers e giornalisti del vino per apprezzarne la bontà, l’eleganza e la complessità. (Per esempio, il primo grande estimatore italiano del Monprivato, il giornalista Franco Ziliani). Invece, desidero evidenziare la particolarità e l’essenza dei suoi vini nel loro insieme. Ecco i miei pensieri:
L’ensemble du terroir des Langhe se niche dans chaque bouteille, dans chaque verre, dans chaque goutte.
Le yin et le yang, harmonie orientale appréciée des « esthètes mondiaux du vin », où se joue un équilibre parfait entre la puissance des tanins, la vivacité d’un raisin trop jeune et l’alcool incontrôlé d’un été torride, est inexistante dans ses vins piémontais. Aucune force ne s’équilibre, mais ici, l’harmonie n’est qu’un souffle sibyllin, une mélodie si délicate et si tendre qu’on oublie que le Nebbiolo (et autres cépages autochtones), parfois si sombre et puissant dans certains Barolo, peut devenir une mélodie enchanteresse. Tel Ulysse, attaché à un mât, écoutant le chant envoûtant et inquiétant des sirènes, nous nous jetons tête baissée dans notre verre de vin rouge rubis, écarlate, grenat ou brique pour écouter le plus beau son d’un violon s’échappant de la chanterelle .
La terre, le soleil, le vent, la pluie et le minutieux travail cartusien du vigneron produisent l’improbable nectar.
Mais le temps, richesse absolue d’une époque déjantée et chronophage, joue un rôle primordial. Nécessaire pour la production et la dégustation, le temps s’écoule dans chaque goutte, se cache dans chaque parfum, dans chaque saveur. Le vin, impénétrable et parfois réfractaire, s’ouvre lentement, comme par magie, telle la fleur de safran sous le soleil matinal.
Il n’y a pas d’arrogance dans ses vins, juste de l’intelligence et de la mesure.
Protagoras, le philosophe grec, déclamait il y a plus de deux mille cinq cents ans que l’homme est la mesure de toute chose. De même, le vin de Mauro est à la mesure de toute chose et il est le parfait garant de la vérité œnologique du terroir des Langhe et de vins autochtones. D’ailleurs, Mascarello n’avait-il pas été surnommé le dernier des Mohicans du Barolo ?
(Seguente testo tradotto in italiano da Chat Gpt 5)
Dalla freschezza mattutina fino a una maturità anacoretica, dove la saggezza ascetica e l’eleganza meditativa rivelano tutto il sapere del vignaiolo e la sua capacità di liberarsi da ogni assurdità delle mode e del mercato.
L’intero terroir delle Langhe è racchiuso in ogni bottiglia, in ogni bicchiere, in ogni goccia. Il yin e il yang, armonia orientale apprezzata dagli “esteti mondiali del vino”, in cui si trova un equilibrio perfetto tra la potenza dei tannini, la vivacità di un’uva troppo giovane e l’alcol incontrollabile di un’estate torrida, è inesistente nei vini di Mascarello. Nessuna forza si equilibra, ma qui l’armonia è solo un soffio sibillino, una melodia così delicata e tenera che ci fa dimenticare che il Nebbiolo (e altri vitigni autoctoni), a volte così cupo e potente in certi Barolo, può diventare una melodia incantevole. Come Ulisse legato a un palo, ascoltando il canto eccitante e seducente delle sirene, ci tuffiamo testa in giù nel nostro bicchiere rosso rubino, scarlatto, granato o mattone per ascoltare il più bel suono di un violino che emerga dal cantino. La terra, il sole, il vento, la pioggia e il meticoloso lavoro cartusiano producono questo improbabile nettare. Ma il tempo, ricchezza assoluta di un’epoca fuori controllo e cronofaga, svolge un ruolo primario. Necessario per la produzione e la degustazione, il tempo scorre in ogni goccia, si nasconde in ogni profumo, in ogni sapore. Il vino, impenetrabile e talvolta refrattario, si apre lentamente, quasi per magia, come un fiore di zafferano sotto il sole del mattino. Non c’è arroganza in questi vini, solo intelligenza e misura. Protagora, il filosofo greco, dichiarava più di duemila anni fa che l’uomo è la misura di ogni cosa. Allo stesso modo, il vino di Mascarello è la misura di ogni cosa ed è la perfetta garanzia della verità enologica del terroir delle Langhe e dei vini autoctoni. D’altronde, Mascarello non è stato soprannominato l’ultimo dei Mohicani del Barolo?






