Lo sanno anche i sassi e lo sanno soprattutto i lettori dei miei compianti blog Lemillebolleblog e Vino al Vino che non sono e non sarò mai un prosecchista. Questione di palato, che ne so, ma la Glera ha i suoi limiti e non può fare miracoli… Al Prosecco io preferirò sempre lo Champagne (cela va sans dire…) oppure i metodo classico italiani, Franciacorta o Altalanga in primis, poi, una molto poi, Trento Doc. Oppure il Metodo Classico di cantina della Volta.
Però, da osservatore onesto quale cerco di essere, non posso che ammirare il “fenomeno Prosecco”, la capacità imprenditoriale e commerciale di tante aziende e l’arte di parlare ai consumatori italiani e ormai di tutto il mondo. Certamente io continuo a considerare il Prosecco come un Wine Commodity, un vino semplice, che difficilmente induce chi lo beve a fare un upgrade enologico: a passare insomma a bollicine nobili e più impegnative come lo Champagne. E non posso che riconoscere ai prosecchisti DOCG di aver valorizzato una zona paesaggisticamente stupenda: sono stato pochissime volte in quella zona, ma ricordo una visita a uno dei produttori Top, Bisol. Ho sempre avuto ottimi rapporti con loro e in particolare con il vulcanico Gianluca Bisol. Ho pertanto accolto con gioia la sua proposta di farmi assaggiare alcuni suoi vini. Me li ha cortesemente inviati e io ho deciso di iniziare questo percorso di riavvicinamento al Prosecco DOCG da questo Relio, omaggio lessicale ad Aurelio Bisol che ha dedicato tutta la sua vita alla causa del Prosecco e alla coltivazione della Glera. Il Relio è una selezione di uve provenienti dai vigneti più scoscesi dove la viticoltura è davvero fatica. E il vino, stappato nella sua elegante bottiglia che starebbe bene anche a uno Champagne, mi è davvero piaciuto.Colore giallo paglierino pallido (o scarico, che forse è più corretto…), ha una bella presa di spuma nel fantastico bicchiere Sparkle ideato dal mio amico Luca Bini deus ex macchina della Casa del Vino a Isera (TN), terra del Marzemino e di reminiscenze mozartiane, perlage molto fine, naso intensamente agrumato (pompelmo in evidenza), sale e una bella vena minerale.
La bocca è larga, con un bellissimo gioco tra dolce e salato, acidità che spinge e dà slancio ed energia al bicchiere, grande piacevolezza, armonia, equilibrio e facilità di beva.
Qualche limite il Relio (ogni Prosecco dovrei dire …) lo ha: così come parte, resta e non acquista complessità. Ma pretendere che un Prosecco, e pure questo ottimo di Bisol 1542, ti racconti quello che ti sanno raccontare – emozionandoti – uno Champagne, i migliori Franciacorta o i Corpinnat di Recaredo , Torello, Gramona (che è importato dai miei amici Pietro ed Emanuele Pellegrini) sarebbe una stupidata e un non senso.
Una volta, scherzando, era un Primo Aprile, scrissi di aver intervistato Rocco Siffredi, il porno divo, e che mi aveva rivelato che il suo Viagra era proprio una bottiglia di Prosecco. Quindi a voi la scelta di stappare il Relio con la vostra Lei (o il vostro Lui…) nelle occasioni più felici. Sono Bollicine sorridenti che mettono allegria e sono oneste e sincere.
Prosit dunque!