Premessa
Le feste di fine anno permettono di cogliere, in circostanze lontane dalla quotidianità, nuove opportunità enogustative. In una serata pizza e vino ho potuto scoprire un vino francese del sud ovest. Si trattava di un vino rosso biologico del Minervois (tra Carcassonne e Narbonne) 100% grenache, vitigno conosciuto in Spagna come Garnacha e in Italia come Cannonau.
Il sogno
Appena fu servito il vino, avvicinai il naso al bicchiere e sentii aromi fruttati abbastanza intensi. Incuriosita, lessi immediatamente l’etichetta incollata sul retro della bottiglia. La descrizione mi lasciò leggermente perplessa. L’acquirente del vino mi confessò che la descrizione l’aveva fatto sognare e aveva deciso illico et immediate di acquistare alcune bottiglie. Ecco la descrizione del produttore: “Belle de Nuit 2019 di Borie de Maurel” 100% grenache:
“Se la latinità fosse un vino, sarebbe senza dubbio Belle de Nuit. Una “cuvée” sensuale, generosa, carnale che pretende di offrirsi al primo sguardo, al primo assaggio… Ma abbiate pazienza: sotto la sua veste rosso sangue si nascondono tutti i teneri segreti delle notti andaluse, un’esplosione di aromi speziati, dolcezza e violenza intimamente intrecciate. Sì, abbiate pazienza e tra 5 o 10 anni vedrete una gitana da sogno danzare sotto la luna sivigliana.”
Evidentemente un uomo non può che soccombere a questo magnifico invito. A me, invece, la proposta non suscitava alcun interesse. Bevvi il primo sorso e chiesi agli ospiti di sesso maschile se la divina bevanda gli avesse procurato qualche sensazione eccitante, inebriante o se avesse svegliato in loro qualche impulso erotico.
La bottiglia era del 2019; erano trascorsi quindi i 5 anni di invecchiamento necessari per raggiungere il culmine. La descrizione prometteva al primo sorso la visione di una gitana da sogno danzare sotto la luna sivigliana. Ma nessun partecipante di questa simpatica cena vide una gitana da sballo davanti ai suoi occhi.
La realtà
Uno degli invitati mi confessò che le mie note di degustazione sul blog erano noiose e prive di poesia. Ribadii che le mie note sono tecniche e si avvicinano il più possibile alle qualità e alle caratteristiche del vino assaggiato. Il mio intento è di condividere coi miei cari lettori al meglio la realtà e non scrivere una presentazione fantasiosa per spingere alla vendita.
L’acquirente di “Belle de Nuit” ammise la sua disillusione: la persistenza aromatica non era lunga. Questo grenache si lasciava bere e mi è piaciuto per i suoi aromi di piccoli frutti rossi cotti, le sue note leggermente speziate e con un finale sul cuoio. I tannini erano setosi e una bella morbidezza accarezzava il palato. Ma la sua persistenza aromatica e gustativa rimaneva abbastanza corta. Non aveva un lungo finale. E la bella gitana al chiaro di luna svanì lasciandoci tutti un po’ delusi.
Nell’etichetta i piatti proposti per abbinare “Belle de Nuit” erano i tordi alla ventrèche (* la ventrèche è petto di maiale salato, essiccato per circa un mese e talvolta affumicato. Una specialità tipica del sudovest della Francia, può essere piatto o arrotolato) o gli spiedini di allodole.
Per i comuni mortali questi due piatti sono praticamente introvabili. Forse possiamo proporre delle quaglie lardellate o uno spezzatino di Bue grasso (al posto di una daube di toro consigliata dal produttore). Io l’ho accompagnato a una pizza margherita in tutta semplicità ¿y por qué no?
La morale di questa storia? Miguel de Cervantes nel “Don Chisciotte” la propone:
Amor y deseo son dos cosas diferentes: que no todo lo que se ama se desa , ni todo lo que se desea se ama.
(Amore e desiderio sono due cose distinte: non tutto ciò che si ama si desidera, né tutto ciò che si desidera si ama.)
Olé