Elatis Vino Rosato 2024 – Comm. G.B. Burlotto, Verduno – 13,5°
Questo produttore, un caro vecchio amico – come tutta la sua famiglia – è ovviamente celebrato per i suoi Barolo: il fantastico Monvigliero, uno dei miei prediletti insieme al Monprivato di Giuseppe/Mauro Mascarello e al Vignolo di Alfio Cavalotto (elenco che dovrebbe continuare con Brezza, Maria Teresa Mascarello, Sergio Germano, Maurizio e Davide Rosso, Gagliasso, Tiziana Settimo e il mio amicissimo milanista Roberto Voerzio…). Da vecchie vigne in Verduno, prodotto all’antica, con pigiatura “com pedibus” e fermentazione lunghissima (altro che le fermentazioni “sveltina” dei Barolo Boys!), e maturazione paziente in botti grandi.
Poi c’è il Cannubi, da uve dell’omonima celebre vigna in Barolo (io ho anche una mail ispirata a questa vigna: cannubi@gmail.com), un Barolo da Vigne Vecchie di Verduno, Acclivi, e – novità – il Castelletto, prima uscita nel 2018, da vigna trentennale in Monforte d’Alba. Già godibilissimo, con i suoi tannini soffici, i suoi profumi di lampone, terra, liquirizia, rosa; stappato di recente in un ristorante di Bergamo di cui non voglio fare il nome…
Poi Fabio produce un buon – ma non irresistibile – Dolcetto d’Alba, un intrigante Sauvignon e, da un po’ di anni, dopo aver provato e riprovato (anche assaggiando tanti rosati in compagnia di un Wine Writer che vive vicino a Bergamo), ha trovato la formula giusta: la combinazione vincente per un suo rosato, che ha chiamato Elatis.

Foto Ziliani -Elatis rosato 2024
Lo premetto: non sono molto oggettivo nel mio giudizio, perché Fabio, nonostante sia un “gobbo” juventino (come Enzo Brezza), a sua madre Marina, a suo padre, a sua sorella architetto e, ovviamente, a sua moglie voglio davvero bene. Però, per me, Elatis è uno dei migliori rosati italiani nella mia personale rosa-classifica non-tocca-legno – deo gratias, no barrique! Fermenta e si affina in acciaio, ed è una cuvée ragionata di uve: 45% Nebbiolo, 10% Barbera e 45% di un’uva che si dice (lo posso confermare…) avere poteri afrodisiaci: la Pelaverga (nomen omen…), che Fabio vinifica in purezza per un altro grande rosso.
Ma tornando al buon caro Elatis – uno dei rosati prediletti dalla mia adorata ex moglie Eliana – è un rosato da amore a prima vista.

foto ziliani
Colore buccia di cipolla con sfumature leggermente aranciate, che ricordano i colori tenui dell’alba; brillante e luminoso nel bicchiere (io ho usato un ballon da Pinot nero). Ha splendidi profumi di arancia sanguinello, cedro, lamponi e ribes, e una bella vena salata, con un ricordo di rosmarino (tipica nota del Barolo Monvigliero…) e miele d’acacia.
La bocca è ampia, carnosa, larga, golosa, ben sostenuta. I tannini sono presenti, ma soffici e levigati, con lunga persistenza. Un rosato che vi consiglio di abbinare a… quello che volete: una pizza, una lunga serie di antipasti della tradizione di Langa, un primo piatto con verdure, vitello tonnato, riso in insalata… e naturalmente la vostra lei accanto. Un rosato elegante e raffinato, proprio come una bella signora francese di mia conoscenza. Un rosato di gran charme.
Vi consiglio di berlo ascoltando la Sinfonia n. 2 di Anton Bruckner, registrazione del 1981 con Sua Maestà Herbert von Karajan alla testa dei Berliner Philharmoniker. È da brividi…