E così, dopo gli articoli sul Dogliani Superiore del “poeta” Mauro Gallo e quello sulla Barbera d’Alba Priavino 2023 di Roberto Voerzio, voglio tornare a deliziarvi dolcettando con il Dolcetto d’Alba Dei Grassi di un’azienda agricola che amo molto, quello di Elio e Marina Grasso a Monforte d’Alba.

foto ziliani
Un Dolcetto d’Alba prodotto per la prima volta nel 1980, da vigne di 30 anni di età media, posto a 280 metri di altezza su terreno di medio impasto calcareo-argilloso, allevato a Guyot, fermentato e affinato in acciaio, meno impegnativo e potente di quello di Re Roberto Voerzio.
Un Duset più delicato e fragrante, colore rubino granato luminoso splendente, dai profumi inebrianti e freschi di lamponi, rose, cacao, viole, sfumature di cannella, sabbia…
Bocca di grande freschezza ed estrema piacevolezza, tannini presenti ma soffici, persistenza lunga, acidità ben bilanciata che equilibra il frutto.
Davvero molto buono e ben spesi i 18 euro che l’ho pagato in un’enoteca di Bergamo in via Borgo Palazzo.
Io l’ho abbinato a dei paccheri con ragù (in vasetto, già pronto, io non so cucinare e la mia ex moglie Eliana, grande cuoca, non mi prepara più deliziosi pranzetti da ristorante stellato, ahimé …) sognando i tajarin del mio ristorante di Langa del cuore, ovvero Felicin a Monforte d’Alba.