La storia:
Alessandro Cellai, enologo di origine Toscana ha appena iniziato da gennaio scorso una nuova avventura presso l’azienda Vallepicciola di Castelnuovo Berardenga (SI). Ha lavorato per più di due decenni presso le aziende del gruppo Castellare. Ma circa 10 anni fa, Alessandro iniziò, per passione per il vitigno emblematico della Borgogna, una sfida personale ben sorprendente e coraggiosa. Decise di impiantare il pinot nero, su circa 2 ettari, presso il podere del Monastero, realtà familiare, localizzato a Castellina in Chianti.
Il contesto:
Il suo amore per il pinot nero l’ha spinto a realizzare questa chicca enologica mettendo tutte le cure possibile per raggiungere il suo obbiettivo. Iniziò già con scegliere un terreno poco argilloso ma ricco di scheletro, un’ambiente pedoclimatica ben specifica: grande escursione termica tra giorno e notti, 500 metri slm, orientazione Est, pineti circostanti, e presenza di un ruscello. Queste condizioni favorevole impediscono la siccità e l’asfissia delle vite. Poi Alessandro Cellai si è concentrato sulla scelta delle migliori barbatelle proveniente da selezioni rigorose presso vivai della Borgogna (clono 777: clono molto qualitativo, grappoli piccoli, potenziale in zucchero molto elevato, alto potenziale in polifenoli i vini proveniente da questo clono sono vini “de garde”).
La bottiglia:
L’estetica di una bottiglia insegna molto su quello che vuole comunicare il suo produttore. Nel caso del pinot nero “La Pineta”, si capisce immediatamente la cura del produttore. Ha scelto la Borgognotta, con un vetro molto spesso e un’incurvatura pronunciata allo sfondo della bottiglia per garantire una migliore conservazione del vino, un tappo di una sorprendente qualità e lunghezza (5,5 cm del tappo con un sughero di alta qualità), delle barrique nuove di quercia dell’Allier (legno di grande qualità).
Degustazione:
Vino: 100% pinot nero
Colore: rosso rubino luminoso con qualche riflessi porpora
Archetti importanti sul bicchiere
Primo naso: Frutti rossi, lamponi, ciliegie, nocciolo di ciliegie e una punta di mentolato
Secondo naso: frutti rossi, una punta di mentolato, delicata mineralità, pepe grigio
Palato: aromi intensi di frutti rossi, leggere note speziate, forte intensità, complessità, bella consistenza, acidità ben equilibrata, tannini presenti ma in evoluzione, bella persistenza
Retrogusto di ciliegie, salvia, liquirizia e pepe
Dopo 30 minuti:
Frutti rossi maturi, ribes, prugne, leggere note minerale e note vegetale e speziate: pepe
Buona salivazione (bella freschezza) Tannini ben presenti, Equilibrio con il legno.
Aromi rimanenti nel bicchiere vuoto: frutti rossi maturi intensi.Schede tecnica del vino:
La pineta 2016, miglior pinot nero italiano premiato da Daniele Cernilli con 97/100.
Uva 100% pinot nero.
Comune di produzione: Castellina in Chianti
Gradi alcolici: 13,5
Altimetria dei vigneti: mt 495
Tipo terreno: medio impasto ricco di scheletro
Sistema di allevamento: Guyot
Densità dell’impatto: 5900 (In Borgogna a Clos de Vougeot l’impatto è di 9000 ceppi)
Età delle viti: 5 anni
Resa pe ettaro in uva: 35 Ql (In Borgogna in genere sono tra 40 a 58 Ql)
Vendemmia: Metà settembre (La vendemmia viene eseguita manualmente con la selezione degli acini, verso fine settembre (nel 2019 l’uva è stata raccolta il 29/30 settembre).
Uso unico di lieviti indigeni
Materia vasche di fermentazione: tinella di legno a temperatura controllata
Temperatura di fermentazione: 26 gradi
Durata di fermentazione: 12 giorni
Fermentazione malolattica: svolta
Tipo di affinamento: Barriques di Allier media tostatura (100% nuove)
Durata affinamento preimbottigliamento: 12 mesi
Stabilizzazione del prodotto: Naturale
Senza filtrazione
Quantità anno prodotta: 4000 bottiglie
Vendita circa il 70 % all’estero.
Abbinamento vino/cibo:
Proposta senza vincoli: Anatra (esempio: pappardelle al ragù di anatra), carne rosse: Chianina, Charolais, Angus, vitello con le spezie…
Dolci con cioccolata fondente esempio: Tortina al cioccolato fondente
Caratteristiche da evidenziare:
I punti essenziali del pinot nero “la Pineta” sono: caratteristiche tipiche del Pinot Nero, grande cura nella scelta del luogo di impiantazione delle vite fino alla scelta della bottiglia: tutti i processi sono molto curati. Questo vino ha i tratti diversi da quelli dei vini della Borgogna. Si sente che proviene da un territorio ricco di tradizione come la zona del Chianti Classico. Potremo dire che la sua struttura rimane quella del pinot nero ma che la sua anima riflette quella del Chianti. Gli aromi sono intensi al naso, in bocca è ampio e elegante con una bella struttura.
Estetica:
Il piccolo disegno realizzato dallo scultore Konrad esprime, in parte, la cura dedicata a questo vino e la sua “fisionomia”. La notorietà e l’arte di quest’artista non vengono assolutamente messe in discussione. Ma c’è un’incoerenza tra il vino e il disegno del pino realizzato con qualche linee strutturali quasi architettoniche colorate con nervosi tocchi di verde e terra di Siena. Malgrado l’analogia quasi evidente, mi permetto di suggerire, dovuto al lavoro preciso e delicato del Cellai, il pittore del trecento Simone Martini. I suoi colori rossi splendenti, la luminosità eccezionale dell’oro, un linearismo elegante nei dipinti esprimono al meglio questo pinot. Si tratta di capolavori di tecnicità e Simone Martini, tale un grande orefice “cesella” la tempera, rendendo il dipinto una raffinata e sensibile opera della scuola senese. Il pinot di Cellai veste queste caratteristiche estetiche che devono risaltare nell’etichette, unico scambio visivo esterno tra il produttore e il consumatore.
La poetica:
La poesia di Pablo Neruda intitolata “Dovete ascoltarmi”, illustra perfettamente il lavoro del Cellai:
“Io andai cantando errante
Tra le uve
D’Europa
E sotto il vento,
sotto il vento in Asia.
Il meglio delle vite
e della vita,
la dolcezza della terra,
la pace pura,
andai raccogliendo, errante
raccogliendo.
Il meglio di una terra
e dell’altra
ho innalzato nella mia bocca
con il mio canto:
la libertà del vento,
la pace tra gli acini…”
Alessandro Cellai, enologo di origine Toscana ha appena iniziato da gennaio scorso una nuova avventura presso l’azienda Vallepicciola di Castelnuovo Berardenga (SI). Ha lavorato per più di due decenni presso le aziende del gruppo Castellare. Ma circa 10 anni fa, Alessandro iniziò, per passione per il vitigno emblematico della Borgogna, una sfida personale ben sorprendente e coraggiosa. Decise di impiantare il pinot nero, su circa 2 ettari, presso il podere del Monastero, realtà familiare, localizzato a Castellina in Chianti.
Il contesto:
Il suo amore per il pinot nero l’ha spinto a realizzare questa chicca enologica mettendo tutte le cure possibile per raggiungere il suo obbiettivo. Iniziò già con scegliere un terreno poco argilloso ma ricco di scheletro, un’ambiente pedoclimatica ben specifica: grande escursione termica tra giorno e notti, 500 metri slm, orientazione Est, pineti circostanti, e presenza di un ruscello. Queste condizioni favorevole impediscono la siccità e l’asfissia delle vite. Poi Alessandro Cellai si è concentrato sulla scelta delle migliori barbatelle proveniente da selezioni rigorose presso vivai della Borgogna (clono 777: clono molto qualitativo, grappoli piccoli, potenziale in zucchero molto elevato, alto potenziale in polifenoli i vini proveniente da questo clono sono vini “de garde”).
La bottiglia:
L’estetica di una bottiglia insegna molto su quello che vuole comunicare il suo produttore. Nel caso del pinot nero “La Pineta”, si capisce immediatamente la cura del produttore. Ha scelto la Borgognotta, con un vetro molto spesso e un’incurvatura pronunciata allo sfondo della bottiglia per garantire una migliore conservazione del vino, un tappo di una sorprendente qualità e lunghezza (5,5 cm del tappo con un sughero di alta qualità), delle barrique nuove di quercia dell’Allier (legno di grande qualità).
Degustazione:
Vino: 100% pinot nero
Colore: rosso rubino luminoso con qualche riflessi porpora
Archetti importanti sul bicchiere
Primo naso: Frutti rossi, lamponi, ciliegie, nocciolo di ciliegie e una punta di mentolato
Secondo naso: frutti rossi, una punta di mentolato, delicata mineralità, pepe grigio
Palato: aromi intensi di frutti rossi, leggere note speziate, forte intensità, complessità, bella consistenza, acidità ben equilibrata, tannini presenti ma in evoluzione, bella persistenza
Retrogusto di ciliegie, salvia, liquirizia e pepe
Dopo 30 minuti:
Frutti rossi maturi, ribes, prugne, leggere note minerale e note vegetale e speziate: pepe
Buona salivazione (bella freschezza) Tannini ben presenti, Equilibrio con il legno.
Aromi rimanenti nel bicchiere vuoto: frutti rossi maturi intensi.Schede tecnica del vino:
La pineta 2016, miglior pinot nero italiano premiato da Daniele Cernilli con 97/100.
Uva 100% pinot nero.
Comune di produzione: Castellina in Chianti
Gradi alcolici: 13,5
Altimetria dei vigneti: mt 495
Tipo terreno: medio impasto ricco di scheletro
Sistema di allevamento: Guyot
Densità dell’impatto: 5900 (In Borgogna a Clos de Vougeot l’impatto è di 9000 ceppi)
Età delle viti: 5 anni
Resa pe ettaro in uva: 35 Ql (In Borgogna in genere sono tra 40 a 58 Ql)
Vendemmia: Metà settembre (La vendemmia viene eseguita manualmente con la selezione degli acini, verso fine settembre (nel 2019 l’uva è stata raccolta il 29/30 settembre).
Uso unico di lieviti indigeni
Materia vasche di fermentazione: tinella di legno a temperatura controllata
Temperatura di fermentazione: 26 gradi
Durata di fermentazione: 12 giorni
Fermentazione malolattica: svolta
Tipo di affinamento: Barriques di Allier media tostatura (100% nuove)
Durata affinamento preimbottigliamento: 12 mesi
Stabilizzazione del prodotto: Naturale
Senza filtrazione
Quantità anno prodotta: 4000 bottiglie
Vendita circa il 70 % all’estero.
Abbinamento vino/cibo:
Proposta senza vincoli: Anatra (esempio: pappardelle al ragù di anatra), carne rosse: Chianina, Charolais, Angus, vitello con le spezie…
Dolci con cioccolata fondente esempio: Tortina al cioccolato fondente
Caratteristiche da evidenziare:
I punti essenziali del pinot nero “la Pineta” sono: caratteristiche tipiche del Pinot Nero, grande cura nella scelta del luogo di impiantazione delle vite fino alla scelta della bottiglia: tutti i processi sono molto curati. Questo vino ha i tratti diversi da quelli dei vini della Borgogna. Si sente che proviene da un territorio ricco di tradizione come la zona del Chianti Classico. Potremo dire che la sua struttura rimane quella del pinot nero ma che la sua anima riflette quella del Chianti. Gli aromi sono intensi al naso, in bocca è ampio e elegante con una bella struttura.
Estetica:
Il piccolo disegno realizzato dallo scultore Konrad esprime, in parte, la cura dedicata a questo vino e la sua “fisionomia”. La notorietà e l’arte di quest’artista non vengono assolutamente messe in discussione. Ma c’è un’incoerenza tra il vino e il disegno del pino realizzato con qualche linee strutturali quasi architettoniche colorate con nervosi tocchi di verde e terra di Siena. Malgrado l’analogia quasi evidente, mi permetto di suggerire, dovuto al lavoro preciso e delicato del Cellai, il pittore del trecento Simone Martini. I suoi colori rossi splendenti, la luminosità eccezionale dell’oro, un linearismo elegante nei dipinti esprimono al meglio questo pinot. Si tratta di capolavori di tecnicità e Simone Martini, tale un grande orefice “cesella” la tempera, rendendo il dipinto una raffinata e sensibile opera della scuola senese. Il pinot di Cellai veste queste caratteristiche estetiche che devono risaltare nell’etichette, unico scambio visivo esterno tra il produttore e il consumatore.
La poetica:
La poesia di Pablo Neruda intitolata “Dovete ascoltarmi”, illustra perfettamente il lavoro del Cellai:
“Io andai cantando errante
Tra le uve
D’Europa
E sotto il vento,
sotto il vento in Asia.
Il meglio delle vite
e della vita,
la dolcezza della terra,
la pace pura,
andai raccogliendo, errante
raccogliendo.
Il meglio di una terra
e dell’altra
ho innalzato nella mia bocca
con il mio canto:
la libertà del vento,
la pace tra gli acini…”